Sardegna e il teatro dell'eolico: Task Force regionale per i nuovi impianti

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  La Sardegna è di nuovo sotto i riflettori, ma non per i suoi paesaggi mozzafiato o per la sua ricca tradizione culturale. Questa volta, il protagonista è il vento, o meglio, le pale eoliche che dovrebbero catturarlo. La Giunta Regionale, guidata da Alessandra Todde, ha deliberato la creazione di una Task Force Regionale. Lo scopo? Coordinare tutte le strutture del Sistema Regione per individuare le superfici idonee e non idonee all'installazione di impianti a fonti rinnovabili. 

  La scena non potrebbe essere più drammatica. Da una parte, le esigenze energetiche nazionali e le pressioni dell'Unione Europea; dall'altra, le comunità locali e i paladini del paesaggio sardo. La Sardegna, già la quinta regione italiana per potenza eolica installata, è vista come una colonia energetica, buona solo per installare pale eoliche che deturpano il paesaggio. Il Decreto Ministeriale n.236 del 21 giugno 2024, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 2 luglio 2024, ha messo in moto un meccanismo complesso. Entro 180 giorni, saranno attivate una cabina di regia e un gruppo di coordinamento per garantire la stretta collaborazione tra gli Assessorati Regionali, gli enti e le agenzie del Sistema Regione. Una mossa che sembra più un balletto burocratico che una vera soluzione. 

  La moratoria di 18 mesi annunciata da Todde per fermare l'assalto eolico è stata accolta con un misto di sollievo e scetticismo. I comitati locali, che vedono le pale eoliche come una minaccia al loro stile di vita, applaudono. Tuttavia, gli ambientalisti nazionali sono meno entusiasti, temendo un rallentamento nella transizione energetica. Giuseppe Onufrio di Greenpeace ha criticato aspramente questa decisione, vedendola come un tradimento degli obiettivi ecologisti. La questione eolica in Sardegna è un classico esempio di come interessi contrapposti possano creare un pantano politico. Da una parte, c'è il bisogno urgente di sviluppare energie rinnovabili per combattere il cambiamento climatico. Dall'altra, c'è la difesa di un paesaggio unico e della qualità della vita dei sardi. In mezzo, politici e imprenditori che giocano una partita dove la posta in gioco è altissima. 

  Il teatro dell'eolico in Sardegna è una tragicommedia in cui tutti i protagonisti recitano il loro ruolo con grande convinzione, ma senza che nessuno riesca a trovare una vera soluzione. Le pale eoliche continueranno a girare, i comitati a protestare, e i politici a cercare di mediare tra interessi inconciliabili. E mentre il vento soffia incessante, la Sardegna resta sospesa tra progresso e conservazione, tra sviluppo e tutela, in un gioco di equilibri precari che sembra destinato a non risolversi mai davvero.