L'osservatorio di Guerrini: Le mazzette sull'eolico in Sardegna

Impianto eolico
  Le mazzette. Sull'eolico. In Sardegna. È roba vecchia. Non un nuovo sospetto. La storia dell'energia green nell'Isola ha precedenti clamorosi. Non sto svelando segreti. Sto solo, flebilmente, andando indietro nel tempo. All'epoca della Giunta Cappellacci (popolo della libertà). Anno 2009. I magistrati romani mettono nel mirino la gestione delle concessioni per gli impianti eolici in Sardegna. Si scopre uno strano giro con intrecci legati addirittura a Flavio Carboni (P2) e a Denis Verdini. Il politico toscano finito poi in carcere. 

  Viene a galla un giro di tangenti per la collocazione di impianti eolici in Sardegna. Con una liberalizzazione dei progetti e poi, proprio con Cappellacci, del controllo della Giunta Regionale sulle concessioni. Nel conto di Flavio Carboni i magistrati accertarono fondi per 5 milioni di euro per l'esecuzione di progetti eolici in Sardegna. È storia vecchia. Che racconto per far aprire gli occhi sul business dell'energia green. Negli ultimi anni la Sardegna è stata un autentico far west per gli impianti eolici e fotovoltaici. Durante i 5 anni del Circo Magico è successo di tutto. E il caos di oggi è conseguenza di quella realtà. Il famoso decreto Draghi è stato il colpo di grazia. Alla cui approvazione hanno contribuito tutti i partiti italiani che sostenevano il banchiere a capo del governo. 

  La Governatrice della Sardegna Alessandra Todde, in carica appena dal 9 aprile, si è trovata la patata bollente. Che pensava di raffreddare. Ma porre ordine in questo marasma è pratica di difficoltà cosmica. Anche perché di mezzo ci sono oggi importanti imprenditori e politici sardi. E sul tema si è scatenato un acceso confronto tra i due gruppi editoriali concorrenti dell' Isola. Con visioni e interessi contrapposti. Che stritolano la guida politica della Regione.