L'aereo. Lo prendevo come un taxi. Quando viaggiavo da inviato speciale Rai. Partendo da Cagliari. Il costo dei biglietti era sempre lo stesso. In qualunque periodo dell'anno. Un Cagliari-Roma mi pare si pagasse 119 mila lire. Meno dei 60 euro di oggi. Poi è arrivata la continuità territoriale. I voli sono diminuiti di frequenza. E si è diventati schiavi delle estorsioni dell'algoritmo. La UE ha sostanzialmente annullato il diritto alla mobilità dei sardi. Viaggiare in aereo è diventato un salasso insopportabile. E per molti umiliante. Proprio per il costo. Riunirsi alle famiglie per migliaia di immigrati è diventato un sacrificio molto spesso insostenibile. Però la Regione Sardegna ha ottenuto, con un lunghissimo iter, il riconoscimento del principio di insularità in Costituzione. All'interno dell'articolo 119. Una beffa. Oggi il Cagliari-Roma è un terno al lotto. E per il posto devi subire una serie di vessazioni sotto forma di supplementi. Un caos e una indegna beffa per ogni sardo. E, naturalmente, anche per ogni altro viaggiatore sulle rotte isolane. Semplicemente disarmante e frustrante. Con assessori regionali ai Trasporti e Governatori che sono pure andati a Bruxelles con il cappello in mano. Per chiedere il rispetto di un diritto negato. Il mondo al contrario. I Quattro Mori ridotti in Schiavitù.
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