Il bronzo in Sardegna: un'analisi critica sulla "grande bugia" della datazione

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  L'affermazione che la datazione del bronzo in Sardegna sia una "fesseria" merita un'analisi rigorosa e ben documentata. Il dibattito verte sul fatto che, mentre in Oriente il bronzo risale al 3000 a.C., in Sardegna sarebbe apparso solo intorno al 1800 a.C., suggerendo un ritardo di 1200 anni per la diffusione della metallurgia tra i Sardi. Ma è veramente così? La datazione tradizionale del bronzo in Sardegna si basa su prove archeologiche e analisi al radiocarbonio. Gli studi confermano che la metallurgia del bronzo in Sardegna è documentata a partire dal secondo millennio a.C., con una fioritura durante la civiltà nuragica (circa 1800-1000 a.C.). Questa cronologia è sostenuta da numerosi ritrovamenti archeologici, tra cui i celebri nuraghi, le torri in pietra che caratterizzano l'isola. 

  Tuttavia, l'idea che i Sardi fossero "trogloditi e analfabeti" incapaci di navigare e scambiare conoscenze con altre civiltà è ormai superata. Recenti ricerche hanno dimostrato che i Nuragici erano abili navigatori e commercianti, con legami documentati con altre culture mediterranee, inclusa quella micenea e cipriota. Il punto controverso riguarda le presunte iscrizioni in un "Antico Alfabeto Sardo" e la datazione di oggetti in bronzo a 7000 anni fa. Questa tesi, tuttavia, manca di riscontri scientifici accettati dalla comunità archeologica internazionale. Non esistono prove concrete che supportino la presenza di un'alfabetizzazione così precoce o la lavorazione del bronzo in Sardegna così anticamente. Gli studiosi concordano sul fatto che, sebbene esistano segni di un'industria metallurgica avanzata in Sardegna durante l'Età del Bronzo, non vi sono evidenze che possano retrodatare significativamente questa attività rispetto alla cronologia attuale. Le tecniche di datazione, come il radiocarbonio e l'analisi dendrocronologica, forniscono un quadro temporale che colloca l'inizio della lavorazione del bronzo in Sardegna in linea con altre regioni mediterranee, seppur con le peculiarità locali che hanno reso unica la civiltà nuragica.

  Inoltre è importante sottolineare e ricordare che la scienza si basa su evidenze verificabili e revisione paritaria. L'asserzione che esista un complotto per sopprimere la verità sulla datazione del bronzo in Sardegna manca di fondamento. La ricerca archeologica è un campo in continua evoluzione, dove nuove scoperte possono modificare le nostre conoscenze, ma queste devono essere supportate da dati solidi e replicabili. Sebbene sia legittimo mettere in discussione le teorie esistenti, è fondamentale farlo basandosi su prove concrete e non su speculazioni. La storia della Sardegna, con le sue complessità e peculiarità, merita rispetto e rigore scientifico per essere compresa appieno.