Follia woke: La filosofia decolonizzata cancella Socrate e Aristotele - Cancellati perché "teorizzatori da poltrona"

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Ci risiamo. Il pensiero woke colpisce ancora. In un'epoca in cui il pensiero critico sembra essere sotto assedio, la School of Oriental and African Studies (SOAS) di Londra ha introdotto un nuovo toolkit educativo per "decolonizzare" la filosofia. Questa iniziativa, nata con l'intento di ampliare il panorama filosofico includendo prospettive provenienti da Africa, Asia, Medio Oriente e America Latina, ha suscitato un'ondata di indignazione per aver messo da parte figure fondamentali come Socrate, Platone e Aristotele. 

  Il toolkit, sviluppato con la collaborazione di studenti e accademici della SOAS, etichetta i grandi pensatori greci come "teorizzatori da poltrona", suggerendo che la loro rilevanza sia ormai superata in un contesto globale che richiede una visione più inclusiva e diversificata. Questo atto, mascherato da progresso, rappresenta un pericoloso tentativo di riscrivere la storia della filosofia a favore di una narrazione che privilegia l'ideologia sulla sostanza.### Follia Woke: La Filosofia Decolonizzata Cancella Socrate e Aristotele In un'epoca in cui il pensiero critico sembra essere sotto assedio, la School of Oriental and African Studies (SOAS) di Londra ha introdotto un nuovo toolkit educativo per "decolonizzare" la filosofia. Questa iniziativa, nata con l'intento di ampliare il panorama filosofico includendo prospettive provenienti da Africa, Asia, Medio Oriente e America Latina, ha suscitato un'ondata di indignazione per aver messo da parte figure fondamentali come Socrate e Aristotele.

  Il toolkit, sviluppato con la collaborazione di studenti e accademici della SOAS, etichetta i grandi pensatori greci come "teorizzatori da poltrona", suggerendo che la loro rilevanza sia ormai superata in un contesto globale che richiede una visione più inclusiva e diversificata. Questo atto, mascherato da progresso, rappresenta un pericoloso tentativo di riscrivere la storia della filosofia a favore di una narrazione che privilegia l'ideologia sulla sostanza.

  L'operazione di decolonizzazione promossa dalla SOAS è parte di un movimento più ampio che ha visto campagne simili in altre università di prestigio come Cambridge e LSE. Queste iniziative mirano a "rendere i programmi più inclusivi", ma spesso finiscono per creare una frattura tra il sapere tradizionale e le nuove teorie marginali. La cancellazione dei pensatori classici non solo impoverisce il curriculum, ma rischia di privare gli studenti di strumenti fondamentali per il pensiero critico e l'analisi filosofica.

  Il movimento woke, con il suo approccio radicale alla riforma educativa, continua a minare le basi del sapere occidentale. Socrate, noto per il suo metodo maieutico e l'enfasi sulla conoscenza di sé, e Aristotele, la cui logica e metafisica hanno plasmato secoli di pensiero scientifico e filosofico, vengono relegati a semplici figure del passato. Questo revisionismo storico non è solo un tradimento della nostra eredità culturale, ma anche una forma di oscurantismo moderno che minaccia di soffocare il vero dibattito intellettuale.

   Promuovere la diversità nel curriculum filosofico è certamente un obiettivo lodevole, ma ciò non deve avvenire a discapito della qualità e della profondità del sapere. L'inclusione dovrebbe significare arricchimento, non sostituzione. Ignorare l'importanza di Socrate e Aristotele non solo è un'aberrazione intellettuale, ma rappresenta un pericoloso precedente per il futuro dell'istruzione superiore. Se permettiamo che l'ideologia woke detti le linee guida dell'insegnamento, rischiamo di perdere la nostra identità culturale e intellettuale. È fondamentale che la comunità accademica e la società civile reagiscano a questa deriva. La filosofia occidentale, con le sue radici profonde e i suoi contributi insostituibili, non può essere ridotta a un semplice capitolo da archiviare. Dobbiamo difendere il valore del pensiero critico e dell'analisi filosofica contro l'assalto di un'ideologia che, in nome dell'inclusività, rischia di cancellare secoli di sapere. In conclusione, il tentativo di decolonizzare la filosofia attraverso la cancellazione di Socrate e Aristotele non è solo un errore accademico, ma un atto di vandalismo culturale. La filosofia deve essere uno spazio di dialogo e confronto tra diverse tradizioni, non il campo di battaglia di una guerra culturale che vede nella cancellazione del passato la soluzione ai problemi del presente. L'operazione di decolonizzazione promossa dalla SOAS è parte di un movimento più ampio che ha visto campagne simili in altre università di prestigio come Cambridge e LSE. Queste iniziative mirano a "rendere i programmi più inclusivi", ma spesso finiscono per creare una frattura tra il sapere tradizionale e le nuove teorie marginali. La cancellazione dei pensatori classici non solo impoverisce il curriculum, ma rischia di privare gli studenti di strumenti fondamentali per il pensiero critico e l'analisi filosofica. Il movimento woke, con il suo approccio radicale alla riforma educativa, continua a minare le basi del sapere occidentale. Socrate, noto per il suo metodo maieutico e l'enfasi sulla conoscenza di sé, e Aristotele, la cui logica e metafisica hanno plasmato secoli di pensiero scientifico e filosofico, vengono relegati a semplici figure del passato. Questo revisionismo storico non è solo un tradimento della nostra eredità culturale, ma anche una forma di oscurantismo moderno che minaccia di soffocare il vero dibattito intellettuale. Promuovere la diversità nel curriculum filosofico è certamente un obiettivo lodevole, ma ciò non deve avvenire a discapito della qualità e della profondità del sapere. L'inclusione dovrebbe significare arricchimento, non sostituzione. Ignorare l'importanza di Socrate e Aristotele non solo è un'aberrazione intellettuale, ma rappresenta un pericoloso precedente per il futuro dell'istruzione superiore. Se permettiamo che l'ideologia woke detti le linee guida dell'insegnamento, rischiamo di perdere la nostra identità culturale e intellettuale. È fondamentale che la comunità accademica e la società civile reagiscano a questa deriva. La filosofia occidentale, con le sue radici profonde e i suoi contributi insostituibili, non può essere ridotta a un semplice capitolo da archiviare. Dobbiamo difendere il valore del pensiero critico e dell'analisi filosofica contro l'assalto di un'ideologia che, in nome dell'inclusività, rischia di cancellare secoli di sapere. In conclusione, il tentativo di decolonizzare la filosofia attraverso la cancellazione di Socrate e Aristotele non è solo un errore accademico, ma un atto di vandalismo culturale. La filosofia deve essere uno spazio di dialogo e confronto tra diverse tradizioni, non il campo di battaglia di una guerra culturale che vede nella cancellazione del passato la soluzione ai problemi del presente.