L'elezione di Ilaria Salis al Parlamento Europeo non è solo una vittoria politica, ma anche un duro colpo all'integrità delle istituzioni italiane. Salis, arrestata nel 2023 in Ungheria con l'accusa di lesioni aggravate e associazione a delinquere per aver attaccato dei manifestanti neonazisti, ha conquistato il seggio con Alleanza Verdi-Sinistra. Ora, con l'immunità parlamentare, è in procinto di lasciare gli arresti domiciliari, scatenando un vortice di polemiche e sdegno.
Questa vicenda è un'ulteriore dimostrazione di come la politica italiana sia capace di trasformare ogni scandalo in una questione di opportunità. Nonostante le accuse gravi e il processo in corso, la Salis ha ottenuto più di 160.000 voti, segno di un elettorato che o non comprende la gravità delle accuse o, peggio, ne è completamente disilluso.
La detenzione di Salis in Ungheria, tra condizioni degradanti e una giustizia opaca, ha sollevato critiche a livello internazionale. È stata vista in catene, con un guinzaglio al collo, un'immagine che ha suscitato indignazione e richieste di giustizia. Tuttavia, la sua elezione pone ora una questione di diritto internazionale: il Parlamento Europeo dovrà decidere se revocarle l’immunità parlamentare, considerando il video incriminante che la accusa di essere presente durante l’aggressione.
La decisione di candidarla per ottenere l'immunità parlamentare è stata difesa dai leader di Avs come un atto necessario per "tutelare i diritti e la dignità" di Salis e per denunciare i metodi di detenzione incivili. Tuttavia, questa mossa ha un sapore amaro di strumentalizzazione politica, sollevando dubbi sulla vera intenzione dietro questa candidatura.
A complicare ulteriormente la questione, emergono dettagli sugli affari immobiliari della Salis. A soli 40 anni, la neo-europarlamentare possiede diversi appartamenti a Milano, acquistati a prezzi sospettosamente bassi, sollevando interrogativi su possibili legami con il riciclaggio di denaro. Questo nuovo capitolo aggiunge un'ulteriore macchia alla sua reputazione già compromessa.
La questione Salis mette in luce il problema più grande della politica italiana: l’assenza di responsabilità e l’uso disinvolto delle istituzioni per fini personali e di partito. I cittadini meritano di meglio, meritano una classe politica che rispetti la legge e l’etica. Invece, ci troviamo a commentare l’ennesimo scandalo, consapevoli che la strada verso una vera giustizia è ancora lunga e tortuosa.
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