Il Senato ha approvato il disegno di legge sul premierato, un momento di svolta che scuote le fondamenta della politica italiana. Da una parte, il governo esulta, proclamando la riforma come la via per una democrazia diretta e stabile. Meloni celebra la fine dei giochi di palazzo, affermando che il potere torna nelle mani del popolo. Dall’altra, le opposizioni insorgono.
Nicola Fratoianni parla di “violenza istituzionale” e Carlo Calenda avverte dei rischi di un governo blindato.
La storia, come un ciclo eterno, spesso riveste vecchie idee di nuova modernità. Questa riforma è davvero un progresso o un ritorno al passato? In politica, le risposte sono raramente binarie. Il premierato ha il potenziale per innovare, ma necessita di vigilanza per evitare derive autoritarie. È una pietra miliare o un errore evitabile? Solo il tempo svelerà il verdetto.
Intanto, le piazze si riempiono, segno di una democrazia vibrante e in continua evoluzione, dove ogni voce si fa sentire in questo dibattito cruciale.
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