L’ennesima influencer, con la solita arroganza, si è infiltrata nella sacra Spiaggia Rosa di Budelli, fregandosene altamente dei divieti. Un atto di pura incoscienza, direte. E avete ragione. Ma non sono da meno gli ambientalisti estremisti, che gridano allo scandalo con la bava alla bocca, come se la povera spiaggia fosse stata violata da un esercito invasore.
Sì, sbarchiamo sulla realtà: l'influencer brasiliana ha compiuto un’azione deplorevole, pubblicando video sui social della sua bravata, pensando forse di guadagnare qualche follower in più.
È stata rintracciata e multata, una punizione che sembra quasi una barzelletta, se si considera la gravità del gesto. Ma c’è di più, molto di più.
Perché, al di là dell’irresponsabilità del singolo, c’è il fanatismo di chi vuole trasformare ogni centimetro quadrato di Sardegna in un museo sotto una campana di vetro. Gli stessi che, con occhi di falco, cercano trasgressori per poterli crocifiggere pubblicamente. Gli ambientalisti hanno la loro parte di ragione, ma spesso dimenticano che il mondo non è fatto solo di loro santissimi santuari.
Esiste un equilibrio, un modo per tutelare la bellezza naturale senza trasformarla in una prigione a cielo aperto.
Quindi, mentre la spiaggia di Budelli resta off-limits, ricordiamoci che la preservazione del nostro patrimonio non passa attraverso punizioni esemplari o isterismi collettivi. Serve buon senso, responsabilità e, perché no, un po’ di tolleranza. L’influencer ha sbagliato, certo, ma la furia degli ambientalisti rischia di trasformarsi in un boomerang contro la stessa causa che intendono difendere. E intanto, noi comuni mortali restiamo a guardare questo triste spettacolo, tra l’incudine dell’ignoranza e il martello dell’estremismo.
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