Editoriale: La sinistra italiana e la giustizia sociale

-
  Vedete come è attenta e giusta la sinistra italiana, come si fa paladina delle fasce deboli della società. Prendiamo il caso di Ilaria Salis, insegnante di origine sarda, incarcerata in Ungheria per presunte aggressioni durante una manifestazione antifascista. Nonostante le accuse, che potrebbero costarle fino a undici anni di prigione, la Salis è stata candidata al Parlamento Europeo dalla Green and Left Alliance, un riconoscimento politico che le offre una via di fuga dall'ingiustizia ungherese. Il caso di Ilaria Salis è emblematico: una figlia dell'Italia, proveniente da una famiglia agiata, eletta a simbolo della lotta contro l'oppressione. È stata detenuta in condizioni disumane, incatenata mani e piedi, trattata come una criminale di guerra in un paese che ostenta una democrazia di facciata. Eppure, grazie all'intervento della sinistra, ora ha una possibilità di riscatto politico?. 

?  Ora confrontiamo questa vicenda con quella di Beniamino Zuncheddu, sardo di Sardegna, pastore di professione, che ha trascorso 33 anni in carcere da innocente. Un uomo umile, figlio di un servo pastore, che dopo decenni di ingiusta detenzione è stato risarcito con la miseria di 30.000 euro. Poco meno di mille euro all'anno di prigionia. Non un seggio parlamentare, non un riconoscimento pubblico, solo un modesto indennizzo che non potrà mai restituirgli gli anni perduti. 

  Ecco come si manifesta la voglia di votare per la sinistra in Italia: con una giustizia che sembra più attenta al prestigio politico che al reale risarcimento dei torti subiti dalle persone comuni. La storia di Zuncheddu non è unica, ma è certamente esemplare di un sistema che premia i privilegiati e dimentica i dimenticati. Come si possono definire coloro che promettono giustizia e uguaglianza e poi lasciano che le ingiustizie più eclatanti rimangano senza adeguato risarcimento? O coloro che si riempiono la bocca di solidarietà e poi si voltano dall'altra parte quando a soffrire sono i più deboli, i più umili.

  La sinistra italiana, tanto pronta a sollevare al rango di eroi i figli della borghesia che si battono per cause giuste, si dimentica troppo spesso dei figli del popolo, quelli che non hanno voce né rappresentanza. Ilaria Salis, con tutta la sua ingiustizia subita, ha trovato un salvagente nella politica portando le masse a votare per lei. Non per un progetto, non per delle idee ma per liberarla da una prigionia. Beniamino Zuncheddu, con tutta la sua vita rovinata, ha trovato solo un pugno di euro. E questa, signori miei, è la triste verità della nostra società, una verità che nessun discorso altisonante potrà mai cancellare.