Lollobrigida, l'umano e il resto del mondo vivo: Un’ottica arcaica nel XXI Secolo

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  In un'epoca in cui la complessità della vita sulla Terra viene sempre più compresa e rispettata, le recenti dichiarazioni di Francesco Lollobrigida alla kermesse di Fratelli d'Italia suonano come un disco rotto di antropocentrismo che molti pensavano ormai superato. "L’uomo è l’unico essere senziente, non ce ne sono altri. Animali e piante sono importanti ma l’uomo è una cosa diversa" – così il ministro dell’Agricoltura distilla una visione del mondo che pare ignorare decenni di ricerche scientifiche e filosofiche che attestano il contrario. La scienza moderna ha ampiamente dimostrato che molti animali possiedono forme di senzienza complesse, capaci di esperienze soggettive, di sofferenza e di piacere. Negare questa realtà non solo mostra una mancanza di aggiornamento rispetto ai progressi scientifici, ma anche un pericoloso atteggiamento di superiorità che ha storicamente giustificato abusi e sfruttamento indiscriminato del mondo non umano. La distinzione categorica che Lollobrigida tenta di tracciare tra uomini e altri esseri viventi non solo è scientificamente infondata, ma è anche eticamente discutibile. In un'era definita da una crisi ecologica globale, mantenere un tale punto di vista è non solo arretrato, ma potenzialmente disastroso. 

  L'ambientalismo del XXI secolo richiede un riconoscimento dell'interconnessione tra tutte le forme di vita e la consapevolezza che la salute del nostro pianeta dipende dalla salute di tutti i suoi ecosistemi e abitanti. Quando Lollobrigida sostiene che "l’uomo è una cosa diversa", isola l'umanità dal resto del mondo naturale, un isolamento che è sia illusorio che impraticabile. Tale visione ignora il fatto che gli esseri umani sono profondamente dipendenti dagli stessi ecosistemi che stiamo rapidamente degradando. Infine, quando il ministro definisce agricoltori e pescatori i "primi ambientalisti" semplicemente perché "traggono reddito da mare e terra", banalizza e distorce il concetto di ambientalismo, riducendolo a una questione di utilità economica piuttosto che di responsabilità etica e sostenibilità. Queste affermazioni di Lollobrigida non solo evidenziano una visione antiquata e pericolosa, ma sollevano anche interrogativi urgenti sulla direzione che la politica ambientale potrebbe prendere sotto la sua guida. L'ambiente e i suoi innumerevoli abitanti non umani meritano di più: una politica informata, rispettosa e inclusiva. Dobbiamo chiedere ai nostri leader di abbracciare una visione più informata e compassionevole, che riconosca e celebri la ricca trama della vita sulla Terra, non che la neghi per antiche retoriche di dominio e divisione.