Protesta andata a buon fine. Almeno sulla carta. Tore Piana in prima linea come Presidente del Centro Studi Agricoli. Ballano i mancati pagamenti agli agricoltori che da 21 anni a questa parte erano stati sempre puntualissimi il primo di dicembre.
“Per questa ragione ed avendo questo storico,-ha detto Tore Piana-gli operatori del settore non si aspettavano questo ritardo ed hanno chi più chi meno fatto delle spese. Hanno anticipato pagamenti per mutui, dato soldi ai fornitori, piuttosto che acquistato comunque macchinari per la loro attività. Si è creato dunque un corto circuito ed un malessere diffuso che hanno portato ad una prima protesta il 15 dicembre a Sassari”.
Un ritardo dovuto più che altro a problemi burocratici che ha creato un’insostenibile carenza di liquidità. “ Che sinceramente non abbiamo capito.-continua Piana-C’è stata negligenza da parte degli enti regionali preposti. Purtroppo non c’è autonomia per la gestione delle pratiche, che devono essere inviate a Roma per l’elaborazione delle stesse. Questo ingrippamento è inammissibile dopo che l’Europa aveva deliberato che venissero gestite regionalmente con decreto del primo gennaio 2023”. Ora la situazione pare essersi normalizzata: “Ci è stato assicurato che martedì 20 sarà pagata una parte delle spettanze ed entro il 5 marzo ci sarà assicurato tutto quanto ci è dovuto. In Sardegna ci sono 12.000 aziende e sono stati stanziati 130 milioni dai premi dei fondi europei. Siamo dovuti arrivare al punto, il 12 febbraio, di bloccare i cancelli dell’assessorato e siamo riusciti a farci ricevere dall’Assessore alla agricoltura. Presenti anche ARCEA e LAORE.
Dopo un’ora e mezza di confronto finalmente siamo riusciti ad ottenere la certezza dei pagamenti. Ovviamente per le domande compilate in maniera giusta e non per coloro, ma sono in minima parte, che magari hanno comunicato di avere 100 ettari è da un controllo ne risultano 90, tanto per fare un esempio pratico”.
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