La recente estate ha portato con sé due immagini emblematiche. Da un lato, vediamo la folla radunata attorno al generale Roberto Vannacci, autore del libro "Il mondo al contrario"; dall'altro, l'immagine di un gruppo unito attorno alla memoria di Michela Murgia, recentemente scomparsa. Queste immagini rappresentano due correnti culturali che si scontrano non solo in Italia, ma in tutto l'Occidente.
Da una parte, i sostenitori del generale Vannacci, spesso visti come conservatori, si definiscono realisti e difensori dei valori tradizionali. Si percepiscono come vittime di un sistema che li emargina. Dall'altro, i sostenitori della Murgia sono visti come progressisti, combattenti per la liberazione e l'emancipazione dai vecchi pregiudizi. Entrambe le parti, ironicamente, si vedono reciprocamente come bigotti, in un'epoca in cui sia il tradizionalismo che il progressismo possono manifestare forme di intolleranza.
Stranamente, la battaglia tra questi due fronti si è trasferita nelle librerie. Sebbene il libro di Vannacci possa apparire controverso, ha sorprendentemente superato quello di Murgia nelle vendite. Questo perché "Il mondo al contrario" ha attirato non solo i lettori abituali, ma anche coloro che cercano una voce autentica che sfida l'egemonia del pensiero dominante.
Questi contrasti riflettono le tensioni presenti nella società italiana, dove antichi e nuovi pregiudizi continuano a combattersi. E mentre molti italiani si schierano su uno dei due fronti, c'è anche una vasta fascia della popolazione che rimane indecisa, cercando di evitare posizioni estreme.
La situazione si complica ulteriormente con alcuni paradossi. Il primo riguarda la rapida disapprovazione di Vannacci da parte di alcune figure del centro-destra, nonostante le sue idee siano state sostenute da molti elettori. Il secondo paradosso riguarda l'influenza mediatica e culturale di Murgia, nonostante rappresenti una visione minoritaria. E infine, il terzo paradosso sottolinea la strana inversione dei ruoli: Vannacci, l'uomo d'azione, diventa autore, mentre Murgia, l'intellettuale, è associata a movimenti attivisti.
Questi contrasti riflettono la sfida della politica moderna in Italia. Mentre alcuni politici tentano di allinearsi con una delle due correnti, altri cercano un approccio più cauto, sperando di attirare un pubblico più vasto. Questo equilibrio precario porta a una domanda inevitabile per gli italiani: da che parte stai?
In un paese già segnato da divisioni storiche e culturali, il dualismo Vannacci-Murgia sembra essere un altro capitolo di una storia di disunione che l'Italia conosce fin troppo bene.
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