Dopo Il Covid-19 :la dichiarazione dei diritti umani è solo una enunciazione di principio

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A parlare di Diritti Umani con le persone, quelle semplici, quelle che si incontrano casualmente nelle strade, nel supermercato o con il vicino della porta accanto, viene da chiedersi se nella situazione in cui ci siamo trovati e in parte ci troviamo, sia ancora il caso di parlarne così come sono definiti nella Dichiarazione Universale delle Nazioni Unite.

Ciò che sembrava impossibile potesse accadere, un lockdown in contemporanea di miliardi di persone, in tutti i continenti, con le conseguenze devastanti sul piano sociale, umano, sanitario, economico e politico è accaduto, ha trovato impreparati governi e comunità scientifica; ha annichilito e costretto tutti noi a vivere una vita surreale; i rapporti umani sono stati banditi delegandoli ai social e i “mi piace” sui post sono diventati l’indice di gradimento degli amici; per mesi l’unico modo per comunicare è diventato virtuale.

Una situazione che ha visto cambiare in pochissimo tempo, abitudini, usi e costumi radicati considerati sacri e intoccabili da tutti. Da dove partire per ripristinare la normalità nei nostri rapporti quotidiani?
Una delle azioni prioritarie che dovremmo collettivamente incrementare, in questa fase di ricostruzione del post chiusura, è la ricostituzione di quelli che sono i rapporti interpersonali, debellando la paura da contagio che ha assalito moltissime persone, ideando nuove forme di solidarietà e condivisione, pur nel rispetto delle regole, ripristinando e garantendo i Diritti basilari di tutti.

A questo riguardo, dovremmo avere l’audacia di ideare nuove forme di solidarietà, per combattere disuguaglianze che in questi ultimi mesi si sono ulteriormente accentuate, vincendo l’individualismo che sta prendendo sempre più piede nella “nuova” società che si sta formando o meglio che ci vogliono imporre dove buona parte dei 30 Diritti contenuti nella Dichiarazione Universale, come il diritto alla privacy, alla salute, di cittadinanza, di libertà di movimento, di opinione e di espressione, di potersi riunire e associarsi o poter praticare i propri riti religiosi, solo per citarne alcuni, sono diventati parole vuote.

Sarebbe l’a b c del quieto vivere ripartendo dai Diritti Umani inalienabili sanciti dalla nostra Costituzione e dalle Nazioni Unite.
“I Diritti umani devono essere resi una realtà e non un sogno idealistico” scriveva il filosofo e umanitario L. Ron Hubbard.
Oggi più che mai si sente questa necessità a tutti i livelli e tra tutte le classi sociali.
Con la distribuzione capillare dei libretti contenenti i 30 articoli della Dichiarazione Universale, che si terrà nelle strade del centro di Cagliari e Olbia nella serata di mercoledì 8 luglio, i volontari di Uniti per i Diritti Umani e della Chiesa di Scientology intendono far conoscere in primo luogo quelli che sono i Diritti di tutti, affinchè conoscendoli e rispettandoli partendo dalla nostra quotidianità, si possano ripristinare quei valori che da soli saranno la via maestra per una rinascita sociale giusta e duratura. Info sulle campagne e i materiali di Uniti per i Diritti Umani su: www.unitiperidirittiumani.it