Il 19 febbraio, la sede di rappresentanza di Brandeburgo - Unione
Europea, Bruxelles - ha ospitato la firma dell’accordo di cooperazione
e della dichiarazione di intenti tra l’Università di Cagliari e gli
altri cinque atenei che si sono alleati per presentare la candidatura
per la nuova azione Erasmus+ European Universities. L’accordo per
l’“European Digital UniverCity” (Educ) è stato sottoscritto dai
vertici delle Università di Potsdam (Germania, coordinatore), Masaryk
(Brno, Repubblica Ceca), Parigi-Nanterre (Francia), Pecs (Ungheria) e
Rennes 1 (Francia). Per l’ateneo di Cagliari ha firmato l’intesa
Alessandra Carucci, pro rettore per l’Internazionalizzazione.
L’intesa è basata sulle conclusioni del Consiglio europeo del 14
dicembre 2017 - invito a Stati membri e Commissione europea a
“incoraggiare la nascita entro il 2024 di circa venti “Università
europee”, costituite da reti bottom-up di atenei Ue - tese a
consentire agli studenti di conseguire una laurea combinando studi in
diversi Paesi dell’Unione, tali da contribuire alla competitività
internazionale delle università europee”. Ma non solo.
Il Consiglio
europeo (maggio 2018) ha rimarcato “il potenziale delle Università
europee, utile a migliorare la mobilità e promuovere istruzione e
ricerca di alta qualità ed eccellenza, rafforzando i legami tra
insegnamento, ricerca e innovazione e trasferimento delle conoscenze,
dimostrando i vantaggi dell’apprendimento multilingue e il
riconoscimento delle qualifiche, e sviluppando programmi e progetti
congiunti di istruzione e ricerca”. Le Università, rimarca il
Consiglio, “potrebbero giocare un ruolo fondamentale nella creazione
di uno spazio europeo comune per l’istruzione”.
“Le Università europee perseguono la missione di promuovere i valori
comuni e un’identità europea rafforzata mettendo insieme una nuova
generazione di cittadini europei in grado di collaborare e lavorare
all’interno delle diverse culture europee e globali, in varie lingue,
a livello transfrontaliero e in vari settori e discipline accademiche.
Inoltre - spiega la professoressa Carucci - si punta a realizzare un
sostanziale progresso in qualità, prestazioni, attrattività e
competitività internazionale delle Università europee e contribuire a
economia della conoscenza, occupazione, cultura e benessere attraverso
l’utilizzo ottimale di attività pedagogiche innovative e impegnandosi
per l’implementazione del triangolo della conoscenza”.
In sostanza, le
Università del Vecchio continente, con Cagliari in prima fila da anni
nel sostenere e creare relazioni, conoscenze e scambi di studenti e
docenti, saranno tese a promuovere la qualità dell’istruzione
superiore, il rafforzamento dei legami con la ricerca e l’innovazione
in Europa, l’apertura verso la società e l’economia.
Le “Università europee” devono implementare entro il 2025: 1)
strategia comune e a lungo termine per l’istruzione condivisa e
integrata con legami di ricerca, innovazione e sociale, fondata su
visione e valori condivisi per perseguire un grado elevato di
cooperazione ai vari livelli dell’organizzazione e in diversi settori
di attività, sulla base dei propri punti di forza; 2) Campus
interuniversitario europeo, in cui studenti, dottorandi e personale si
muovano senza problemi (fisici e virtuali) per studiare, formarsi,
insegnare, fare ricerca, lavorare o condividere servizi in qualunque
istituzione partner.
“Gli studenti - aggiunge Alessandra Carucci -
personalizzano la propria scelta di dove e cosa studiare dentro i
confini di programmi di studio pedagogicamente validi e strutturati
tra le università e gli altri membri del network”. Saranno all’opera
team europei di creazione delle conoscenze composti da studenti e
docenti, insieme a ricercatori, aziende, attori regionali e società
civile, che affrontino insieme le sfide della società da loro
selezionate in un approccio multidisciplinare, per l’acquisizione di
competenze imprenditoriali e trasferibili in un mercato del lavoro,
un’economia della conoscenza e una società in rapido cambiamento.
Inoltre, le “Università Europee” devono fungere da modelli di buone
prassi per incrementare qualità, competitività internazionale e
attrattività e promuovere l’eccellenza.