Alla vigilia delle elezioni regionali, il Forum del Terzo Settore
della Sardegna rivolge alla politica la richiesta di una maggiore
attenzione ai temi dell’associazionismo, del volontariato e della
solidarietà.
“Il Terzo Settore della Sardegna è una realtà consolidata nel sistema
sociale sardo e negli anni è fortemente cresciuto in tutti gli ambiti
che lo compongono: Volontariato, Promozione Sociale, Cooperazione
Sociale, Mutualità e Fondazioni. Oggi il Terzo Settore assicura una
molteplicità di servizi e produzioni, che si traducono in lavoro,
inclusione sociale di soggetti svantaggiati, prefigurazione di nuove
ed efficaci strategie di intervento socio-economico determinando in
misura crescente un ruolo decisivo nel welfare, sempre più ridotto dal
progressivo venir meno dell'intervento diretto degli enti pubblici” si
legge in un documento approvato dall’Assemblea regionale del Forum del
Terzo Settore della Sardegna.
“Il Terzo settore in Sardegna è ricco di numerose realtà non associate
né riconducibili a reti di organizzazioni e questo rende difficile
inquadrare il terzo settore come un soggetto unico e omogeneo. Né si
può pensare di ricondurlo alle sole grandi o piccole reti nazionali,
pure presenti in Sardegna, che per quanto presenti, non rappresentano
da sole tutto questo vastissimo mondo. È presente in Sardegna una
fitta rete di piccole e medie organizzazioni di livello locale e un
numero crescente di organizzazioni locali a forte impatto regionale.
Tutto ciò determina una notevole difficoltà del settore a costruire in
modo organico e omogeneo una rete rappresentativa di tutto il Terzo
Settore Sardo”.
“L'autogoverno del Terzo Settore è reso ancor più necessario dalla
legge 106\2016 e dai decreti attuativi, che delineano non solo un
nuovo quadro legislativo e normativo ma anche un nuovo scenario che
ricomprende tutto il Terzo Settore”.
“Questo processo dovrà essere governato a livello nazionale come a
livello locale, valorizzando le autonomie territoriali e rendendole
protagoniste, perché possa realizzarsi nell'interesse dei destinatari
delle attività degli enti di Terzo Settore, salvaguardandone
l'identità e l’autonomia e favorendo lo scambio e l'intreccio
culturale tra settori diversi che sono chiamati ad interagire. La
riforma indica la necessità che gli enti di TS trovino il luogo in cui
ciascuno, nella sua autonomia, ha adeguata rappresentanza. Un compito
arduo, difficile e irrinunciabile che va perseguito con entusiasmo e
determinazione, sapendo che la crescita del Terzo Settore significa la
crescita della solidarietà sociale e dell'economia solidale”.
“In tal senso va riconosciuto il ruolo svolto dall'unico Centro di
servizio per il volontariato della Sardegna nel costruire una rete
solidale ed operativa tra le organizzazioni di volontariato della
Sardegna. Né va taciuto il contributo programmatico sul fronte delle
politiche sociali, con particolare riferimento alla povertà e alla
presenza del volontariato e del Terzo Settore nell’Isola. La riforma
del Terzo Settore chiama in causa in modo considerevole il ruolo e le
attività del Csv, non più rivolte solo al Volontariato ma anche ai
volontari presenti e operanti in tutti gli enti di Terzo Settore”.
“Allo scopo di favorire questi processi di crescita e comunicazione
del Terzo Settore Sardo, sarà opportuno promuovere e organizzare una
Conferenza Programmatica Regionale aperta a tutti i soggetti del Terzo
Settore Sardo. Un momento di confronto, dialogo, di partecipazione, di
analisi di problemi e di proposte di soluzioni comuni tra gli enti di
Terzo Settore della Sardegna. Sarà una delle opportunità e una delle
occasioni per far emergere la vitalità e le potenzialità del Terzo
Settore in Sardegna e le capacità del Forum che lo rappresenta. Un
punto di arrivo e, insieme, il punto di ripartenza”.