Nel centesimo anniversario della morte del poeta sassarese Annunzio
Cervi (1892-1918), tra le personalità più brillanti del primo
Novecento letterario italiano, la Biblioteca di Sardegna ne ha
commemorato la figura di uomo e poeta facendone visita al loculo
ospitato presso il Cimitero monumentale del Verano a Roma.
«Nell'occasione - spiega Giovanna Santoru, presidente della Biblioteca
di Sardegna - abbiamo provveduto a ripulire la lastra in marmo e la
vetrina del loculo che ospita anche le salme dei genitori e del
fratello, portando in dono un vasetto di ciclamini, tra i fiori
preferiti di Annunzio Cervi».
Morto il 25 ottobre 1918 alla giovane età di 26 anni sul Grappa a
pochi giorni dalla firma dell'armistizio, Annunzio Cervi fu autore di
un'ampia produzione poetica, accolta con partecipato fervore dagli
intellettuali dell'epoca, da Gherardo Marone a Lionello Fiumi, da
Enrico Pappacena a Francesco Meriano fino a Giuseppe Ungaretti, oltre
che dall'attrice Eleonora Duse di cui fu caro amico, facendone uno dei
massimi esponenti dell'avanguardismo letterario.
Nato a Sassari nel 1892 dall'abruzzese Antonio Giovanni Cervi e dalla
sarda Costanza Cabras, si trasferì a Napoli nel 1908 dove si laureò in
Lettere sotto la guida dell'orientalista Michele Kerbaker di cui
divenne assistente alla cattedra di Filologia medioevale. Partito
volontario per il fronte della Prima guerra mondiale, ricevette due
medaglie d'argento al valore col grado di tenente. Dal 2007 ad oggi,
la Biblioteca di Sardegna ha dedicato ad Annunzio Cervi due volumi
monografici, un cd-book e diverse conferenze e recital.
![]()