Il comparto turistico all’aria aperta è stato duramente penalizzato
dai livelli tariffari dei servizi da e per la Sardegna, che
attualmente risultano eccessivamente elevati, un problema che va
affrontato al più presto. Il tutto nasce dal quasi monopolio della
Compagnia Italiana di Navigazione (CIN)-Tirrenia che inoltre, non
mantenendo la promessa fatta, annuncia il trasferimento della propria
sede da Cagliari a Milano.
“Siamo fortemente preoccupati – ha detto Giuseppe Vacca, Presidente di
FAITA FederCamping Sardegna – per i costi decisamente troppo alti che
i nostri ospiti devono affrontare per viaggiare da e per la nostra
isola.
Sono proprio coloro che scelgono la vita all’aria aperta a
doversi sobbarcare le spese maggiori, perché generalmente viaggiano in
camper o con auto, moto, roulotte al seguito. E sono soprattutto le
famiglie, le più colpite. Per la tratta Genova-PortoTorres, poi, la
situazione è ancora più critica: c’è poca concorrenza. Sono già
numerose le disdette ricevute per le nostre strutture, soprattutto per
il mese di agosto, a causa di questa vicenda”.
“Abbiamo provato a fare un semplice calcolo e ci siamo chiesti: quanto
costa venire in Sardegna (11 – 25 agosto) per una famiglia costituita
da 2 adulti e 2 bambini in cabina interna con auto al seguito? Ebbene,
il risultato è stato sconcertante: 1.450 euro andata e ritorno.
Coloro
che auspicano a un tipo di turismo che sia elitario per la Sardegna,
staranno sicuramente esultando. A nome del comparto penso, invece, che
si è raggiunto un livello, oserei dire, proibitivo che allontanerà
sempre più ospiti dalla nostra terra. Le compagnie che percorrono
tratte italiane dovrebbero ispirarsi a quelle che percorrono tratte da
paesi stranieri: le compagnie francesi ad esempio applicano tariffe
decisamente concorrenziali con prezzi più bassi e abbordabili”.
“Questo è un problema nazionale che va immediatamente risolto.
Chiediamo all’Assessore regionale e al neo-Ministro ai Trasporti – ha
concluso Vacca – che si trovi una soluzione celere alla vicenda. La
non concorrenzialità dei trasporti potrebbe compromettere in maniera
definitiva il comparto turistico sardo”.