Tutto su La forza del destino, l'opera di Verdi protagonista della Prima della Scala il 7 dicembre

-
  Toccherà a La forza del destino di Giuseppe Verdi animare la Prima della Scala di Milano che, come da tradizione, si tiene il 7 dicembre 2024. L'opera, un melodramma in quattro atti su musica di Verdi e libretto di Francesco Maria Piave, inaugurerà dunque la stagione 2024/2025 del prestigioso teatro d'opera meneghino: della durata di 3 ore e 47 minuti (intervalli inclusi), con la direzione di Riccardo Chailly e la regia di Leo Muscato, in una nuova produzione firmata della Scala con la sua orchesta e il suo coro, rimarrà in cartellone fino al 2 gennaio 2025. 

  La storia de La forza del destino è l'adattamento di un'opera teatrale spagnola, Don Alvaro o La fuerza del sino, scritta nel 1835 da Ángel de Saavedra y Ramírez de Baquedano, meglio noto come Duca di Rivas (e infatti, prima di assumere la sua versione definitiva milanese, l'opera verdiana arrivò per la prima volta a Roma nel 1863 col titolo Don Alvaro). Proprio in Spagna inizia la vicenda: nel primo atto due innamorati - donna Leonora di Vargas (soprano), figlia del marchese di Calatrava, e don Alvaro (tenore), un indio discendente dalla famiglia reale Inca - meditano la fuga per coronare il sogno di sposarsi, ma l'arrivo del marchese (basso) sembra sventare i loro piani, anche se il giovane, dichiarandosi colpevole e buttando a terra una pistola, uccide accidentalmente l'uomo. I due fuggono nella notte. Il secondo atto è ambientato diciotto mesi dopo: don Carlo (baritono), fratello di Leonora, è alla ricerca dei due amanti per vendicarsi.

  Giunge così in una taverna a Hornanchuelos, affollata di vari personaggi tra cui la zingara Preziosilla (mezzosoprano) e la stessa Leonora travestita da uomo: dalle parole di lui la ragazza scopre che il padre è ancora vivo e, dopo essersi recata al Monastero della Vergine degli Angeli, svela la propria identità e chiede perdono al padre guardiano (basso), confermando poi la decisione di vivere come un'eremita in una grotta. Passano più di cinque anni e, nel quarto atto, al Monastero degli Angeli lo sgarbato frate Melitone (baritono) sostituisce padre Raffaele, il nome scelto da don Alvaro una volta fattosi frate. Lo stesso Raffaele è convocato da don Carlo, il quale ha scoperto dove si nasconde e lo vuole sfidare nuovamente a duello: inizialmente Alvaro rifiuta ma alla fine è pronto ad affrontare il proprio destino. Nel mentre nella sua grotta Leonora si dichiara ancora innamorata di don Alvaro e poco dopo sente un trambusto: è il suo amato che cerca un confessore, avendo ferito a morte don Carlo; la donna si precipita ma viene pugnalata dal fratello ancora acciecato dalla sete di vendetta. Leonora spira tra le braccia di don Alvaro, augurandosi di ritrovarlo in cielo, mentre lui, rimasto solo sulla Terra, maledice nuovamente il suo destino (nella prima versione dell'opera, invece, si suicidava a sua volta gettandosi da una rupe).