Danzatrici quasi prive d’anima alla ricerca del loro lato più umano e
vitale, la penombra di una Sala concerti tra lunghi teli calati come
cascate di luce e il pubblico protagonista all’interno dello spazio
scenografico. Sabato sera, al suo debutto al Teatro Verdi di Sassari,
il nuovo spettacolo della compagnia Danza Estemporada si è rivelato
un’opera intensa, emozionante e coinvolgente, ma soprattutto un lavoro
di forte carica esperienziale.
Nato dal genio artistico della coreografa Livia Lepri, “Lo stato della
materia #ilmutaforme” si è presentato all’appuntamento del festival
“Corpi in movimento” di Danzeventi come un’installazione artistica
fatta di luci, videomapping e suoni in surround. Un percorso che a
partire dall’ingresso ha trascinato il presenti verso la
rappresentazione di un mondo ultraterreno.
Oltre al portale d’accesso, il portamento e l’espressione quasi aliena
di tre danzatrici. I loro corpi aggraziati e volteggianti, avvolti in
tute color carne aderentissime, hanno lasciato intravedere una
vibrante sensualità, semicelata all’interno di buste trasparenti
indossate come costumi. Strofinati contro il corpo, gli involucri di
plastica hanno prodotto una sorprendente ritmica di suoni
perfettamente a tempo di musica.
Le giovani interpreti della compagnia sassarese si sono mosse in una
dimensione ultra-onirica, calibrata sullo spazio scenico della Sala
concerti. Uno spazio intimo e avvolgente che ha reso l’opera unica e
irripetibile, anche grazie al disegno luci curato da Adriano Marras e
al videomapping realizzato da Pipe Studios di Pavlo Hanatenko e Andrea
Lupi.
«Lo spettacolo è veramente ricercato affinché il pubblico possa
scegliere se lasciarsi catturare dal suono, dalle immagini o dai corpi
– ha spiegato Livia Lepri –. Ognuno può vedervi qualcosa di diverso a
seconda della sensibilità e della capacità di percezione».
Lunghi teli calati in sala hanno arricchito la scenografia di un senso
di magnificenza, rifrangendo i chiaroscuri dei fasci luminosi
appositamente studiati, e mostrandosi a tratti come alte cascate
d’acqua. E proprio l’acqua, sostanza purificatrice per eccellenza, è
stato uno degli elementi chiave dell’intera rappresentazione.
Spogliatesi delle buste, le protagoniste sono rimaste all’apparenza
senza veli, quasi a mettere a nudo il vero aspetto del lato umano, di
una personalità fino ad allora nascosta dentro un involucro
soffocante. E la riscoperta del lato umano, di un mondo carico di
emozioni, è il più profondo messaggio dell’opera. Le buste sono state
consegnate agli spettatori affinché potessero decidere se indossarle o
meno.
Il prossimo appuntamento di “Corpi in movimento” al Teatro Verdi sarà
“Dancing Heritage”, il tributo a Diaghilev e Nijinsky della compagnia
Daniele Cipriani Entertainment.