Byte per Byte: L'evoluzione dell'Informatica - Episodio 3, la rivoluzione del personal computer

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  Gli anni '70 furono un periodo di fermento tecnologico e culturale. Mentre il mondo si trovava nel pieno di una trasformazione sociale, dall'altra parte del globo si stava preparando una rivoluzione silenziosa, ma altrettanto epocale: la nascita del personal computer (PC). Se l'era del mainframe aveva portato la potenza di calcolo nelle mani delle grandi istituzioni, la rivoluzione del PC avrebbe messo quella stessa potenza nelle mani di milioni di individui. Tutto iniziò con una visione: rendere il computer accessibile a tutti, non solo agli scienziati o alle grandi imprese. 

  Un gruppo di pionieri, spesso giovani hobbisti e imprenditori visionari, vide il potenziale di trasformare queste macchine ingombranti in strumenti personali. Un nome che spicca in questo contesto è quello di Steve Wozniak, co-fondatore di Apple, che insieme a Steve Jobs avrebbe cambiato per sempre il volto dell'informatica. Nel 1976, Wozniak progettò l'Apple I, un computer che, per la prima volta, poteva essere utilizzato da chiunque avesse un minimo di dimestichezza con l'elettronica. Anche se rudimentale, l'Apple I era l'antenato diretto del personal computer moderno. L'anno successivo, con l'Apple II, Apple non solo perfezionò il design, ma rese il computer un prodotto di consumo. Era il primo computer "all-in-one", con tastiera integrata, monitor e memoria per archiviare programmi e dati. Parallelamente, un'altra figura leggendaria dell'informatica stava gettando le basi per il futuro del software. Bill Gates, insieme a Paul Allen, fondò Microsoft e sviluppò il linguaggio di programmazione BASIC per l'Altair 8800, uno dei primi PC venduti in kit. Questo fu il primo passo verso la creazione di un ecosistema software che avrebbe dominato il mercato per decenni. Ma la rivoluzione del PC non riguardava solo Apple e Microsoft. La Commodore con il suo Commodore 64, e IBM con il suo IBM PC nel 1981, resero il personal computer una realtà quotidiana per milioni di persone. L'IBM PC, in particolare, rappresentava un punto di svolta.

  La decisione di IBM di utilizzare componenti standardizzati e di permettere a terze parti di sviluppare software per la sua macchina creò un ecosistema aperto che favorì una rapida espansione del mercato. Questo modello "aperto" avrebbe poi favorito la nascita di un'industria globale di software e hardware, dove ogni produttore poteva contribuire all'evoluzione del PC. Con la diffusione del personal computer, cambiò anche il modo in cui le persone lavoravano, imparavano e si divertivano. Il PC divenne uno strumento di produttività, con software di elaborazione testi e fogli di calcolo che rivoluzionarono il mondo del lavoro. Fu anche una porta verso il mondo dei videogiochi, aprendo la strada a un'industria dell'intrattenimento completamente nuova.

  La diffusione dei personal computer portò anche all'inizio della cultura hacker, una comunità di appassionati che esploravano i limiti di queste nuove macchine, creando programmi e giochi, spesso lavorando al di fuori dei canali ufficiali. Questa cultura, che abbracciava la libertà di esplorare e condividere la conoscenza, sarebbe stata la culla di molte delle innovazioni successive, inclusa la nascita del software open source. La rivoluzione del personal computer ha avuto un impatto profondo e duraturo. Ha democratizzato l'accesso alla tecnologia, trasformando il computer da uno strumento elitario a un elemento fondamentale della vita quotidiana. Questa rivoluzione ha messo le basi per il mondo connesso di oggi, dove il calcolo personale è una parte integrante della nostra esistenza. Nel prossimo episodio, esploreremo come una scoperta inizialmente militare si è trasformata nel più grande strumento di connessione mai creato: Internet. Continuate a seguirci, byte per byte, mentre continuiamo a tracciare l'evoluzione dell'informatica.