Cosa provate quando siete sopraffatti da una passione travolgente, quando un progetto o un'idea vi riempie di energia e determinazione? Probabilmente lo chiamate "entusiasmo", una parola che oggi utilizziamo per descrivere l'euforia e la vivacità con cui affrontiamo ciò che amiamo. Ma avete mai pensato al significato profondo e originario di questa parola?
L’etimologia della parola "entusiasmo" ci porta molto indietro nel tempo, fino alla Grecia antica, dove il termine aveva una connotazione ben più potente e mistica di quella che attribuiamo oggi. "Entusiasmo" deriva dal greco enthousiasmós, composto da en- (dentro) e theos (dio), letteralmente "essere dentro di un dio" o "avere un dio dentro di sé".
Per i Greci, l'entusiasmo era uno stato di esaltazione divina, una condizione in cui una persona era ispirata dagli dèi, tanto da diventare quasi uno strumento attraverso cui il divino si manifestava. Era un'energia sacra, una forza che trascendeva l'umano, permettendo all'individuo di compiere atti straordinari, sia nell’arte che nella guerra, nella politica come nella religione. Gli antichi credevano che i poeti, gli oracoli e i profeti fossero "entusiasti", perché parlavano e agivano sotto l'influenza diretta degli dèi, in uno stato di ispirazione che li rendeva capaci di accedere a verità superiori.
Ma come è avvenuto il passaggio da questo significato quasi soprannaturale al nostro uso contemporaneo? Con il passare dei secoli, e con il declino delle credenze politeiste, il significato di "entusiasmo" si è progressivamente laicizzato. Non si è più trattato di essere posseduti da una divinità, ma piuttosto di essere animati da una passione o un'ispirazione intensa. Nel corso del tempo, il termine ha perso parte della sua sacralità, diventando sinonimo di fervore, ardore, o semplicemente grande interesse.
Oggi, quando diciamo che qualcuno è "entusiasta", intendiamo dire che è pieno di energia e di voglia di fare, ma raramente pensiamo alle radici divine di questa parola. Eppure, l'eco di quel significato originario non è del tutto scomparso.
Quando siamo entusiasti, ci sentiamo elevati, quasi come se una forza più grande di noi ci stesse spingendo avanti, dando forma e sostanza ai nostri sogni e alle nostre ambizioni.
L’entusiasmo, allora, conserva ancora un po’ di quel "divino" che i Greci gli attribuivano, anche se in forma più sottile e personale. È un impulso che ci porta oltre noi stessi, che ci fa superare i nostri limiti e che ci dà il coraggio di inseguire ciò che desideriamo ardentemente. In un certo senso, quando siamo entusiasti, stiamo ancora "ospitando" una forza potente, che seppure non la chiamiamo più dio, ci guida e ci ispira.
La prossima volta che vi sentirete sopraffatti dall’entusiasmo, ricordatevi di questa radice antica e potente. Potrebbe farvi riflettere su quanto sia straordinario questo stato d'animo, capace di trasportarci in un regno di possibilità infinite, dove tutto sembra possibile e dove, forse, risiede ancora un po' di quel divino che gli antichi percepivano.