Dietro le quinte del potere: Giovanni Lanza, il mediatore saggio

Storie e curiosità dei Presidenti del Consiglio italiani

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  Cari lettori, bentornati al nostro appuntamento con la storia dei Presidenti del Consiglio dei Ministri italiani. Oggi ci immergiamo nella vita di Giovanni Lanza, un uomo che ha saputo unire prudenza e fermezza in un periodo cruciale per la neonata Italia unita. Lanza è stato un mediatore abile e un politico saggio, capace di navigare tra le turbolenze politiche del suo tempo con equilibrio e discernimento.

  Giovanni Lanza nacque nel 1810 a Casale Monferrato, in Piemonte, da una famiglia di piccoli proprietari terrieri. Studiò medicina all'Università di Torino, ma ben presto la sua passione per la politica lo portò a dedicarsi interamente alla vita pubblica. La sua carriera iniziò nella sua città natale, dove fu eletto consigliere comunale e poi deputato. Lanza era un uomo di cultura e di principi, profondamente legato ai valori del liberalismo moderato. Credeva nella necessità di unire l'Italia attraverso riforme graduali e condivise, piuttosto che attraverso soluzioni drastiche e conflittuali. La sua carriera politica decollò rapidamente. 

  Nel 1848, durante i moti rivoluzionari, fu eletto deputato al Parlamento Subalpino, dove si distinse per le sue capacità oratorie e la sua abilità nel costruire consenso. Fu ministro dell'Istruzione nel governo di Massimo D'Azeglio e successivamente ministro degli Interni sotto Cavour, contribuendo alla realizzazione delle riforme che prepararono il terreno per l'unificazione italiana. La sua visione politica era improntata alla moderazione e al dialogo. Lanza credeva fermamente nella necessità di costruire uno Stato unitario attraverso il consenso e la partecipazione di tutte le forze politiche e sociali. Questo approccio gli guadagnò il rispetto e la stima di molti, ma anche critiche da parte di chi riteneva che fosse troppo cauto e accomodante. 

  Giovanni Lanza divenne Presidente del Consiglio dei Ministri nel 1869, in un momento di grandi sfide per il giovane Regno d'Italia. Il suo governo fu caratterizzato da una politica di consolidamento delle istituzioni e di promozione del progresso economico e sociale. Lanza lavorò instancabilmente per rafforzare l'autorità dello Stato e per migliorare le condizioni di vita dei cittadini. Uno degli eventi più significativi del suo mandato fu la presa di Roma nel 1870, che completò l'unificazione italiana. Lanza gestì questa fase cruciale con grande abilità diplomatica, riuscendo a evitare un conflitto aperto con il Papato e a garantire un passaggio relativamente pacifico del potere. Questo successo consolidò la sua reputazione di mediatore saggio e abile negoziatore. 

  Giovanni Lanza era noto per la sua riservatezza e il suo stile di vita sobrio. Si racconta che fosse un grande appassionato di lettura e che passasse ore immerso nei libri. Amava particolarmente i classici della letteratura italiana e straniera, e spesso citava Dante e Shakespeare nei suoi discorsi. Un aneddoto curioso riguarda il suo rapporto con il re Vittorio Emanuele II. Nonostante le differenze di carattere, i due svilupparono un rapporto di reciproco rispetto e collaborazione. Si dice che il re apprezzasse particolarmente il modo in cui Lanza sapeva esprimere con parole semplici e dirette concetti complessi, un'abilità che gli permise di conquistare anche il favore del Parlamento. Giovanni Lanza lasciò il governo nel 1873, ma il suo impatto sulla politica italiana fu duraturo. La sua visione di uno Stato unitario e inclusivo, costruito attraverso il dialogo e la partecipazione, ha lasciato un segno profondo. Lanza ci ha insegnato l'importanza della moderazione e della pazienza nella politica, valori che sono ancora rilevanti oggi. 

  Cosa ci insegna Giovanni Lanza oggi? La sua attenzione alla costruzione di istituzioni solide e la sua capacità di mediare tra diverse posizioni sono lezioni preziose per il nostro tempo. In un'epoca in cui il dialogo politico sembra spesso polarizzato e conflittuale, l'esempio di Lanza ci ricorda l'importanza di cercare soluzioni condivise e di costruire ponti piuttosto che muri. La sua politica di inclusione e partecipazione ci invita a riflettere sul ruolo delle istituzioni democratiche e sulla necessità di coinvolgere tutti i cittadini nel processo decisionale. Lanza ha dimostrato che la vera forza di uno Stato risiede nella sua capacità di unire e di ascoltare tutte le voci. Concludiamo questa tappa del nostro viaggio storico. 

  Il prossimo appuntamento sarà dedicato a Marco Minghetti, un altro grande protagonista della nostra storia unitaria. Continuate a seguirci per scoprire le curiosità e le vicende di questi personaggi straordinari. Alla prossima!