E' la memoria storica della cucina algherese, dai suoi fornelli de La Speranza continua a distribuire piatti di straordinario sapore frutto di elaborazioni che durano per lui ormai da tutta una vita. Si parla di Tonino Demartis, uno dei maestri della gastronomia algherese che ha indubbiamente contribuito a far conoscere altri aspetti della Riviera del Corallo, non soltanto quelli straordinari dell'ambiente, del sole e delle spiagge dorate. Ma anche delle produzioni, della terra e del mare, dei piatti dai sapori unici di venuti nel tempo preziose ricette di alta gastronomia . Ma stavolta Tonino Demartis ha voluto battezzare un nuovo piatto con una forte caratura scaramantica: l'olla podrida, antica zuppa di verdure, ma non più con le lumache, come si faceva una volta, ma con l'aragosta. Ecco la provocazione: l'olla podrida, spiega Tonino, era un piatto tipicamente povero, alle lumache, che a quei tempi si trovavano facilmente e a bassissimo costo, si faceva compagnia in pentola con la cipolla, aglio,prezzemolo, pomodori secchi,peperoncino, salsa di pomodoro, patate, cavolotronco, sale e olio. "Erano tutti prodotti dei nostri orti che insieme alle lumache provocavano un sapore particolare, un gusto sano, fresco, anche nutriente - dice Tonino Demartis -con pochi soldi arrivava a tavola un piatto completo,ricco di profumi, con un sugo intrigante che non restava mai sul piatto perchè provocava rubuste passate di "scarpetta".
La gastronomia algherese è ricca di questi piatti poveri ma con l'olla podrida che cosa c'entra l'aragosta?
"Una semplice provocazione - risponde Tonino - c'è la crisi, i traghetti praticano tariffe che allontanano i nostri turisti, il mercato non tira, manca la liquidità, la gente ha timore di spendere? Ebbbe noi mettiamo nel piatto "povero" di una volta la regina della tavola, l'aragosta, quasi una sfida alla crisi e, speriamo, un buon auspicio per il futuro". Alla provocazione di Tonino Demartis i buongustai cominceranno ora a porsi la domanda su che tipo di sapori usciranno dall'olla prodrida con il crostaceo il cui cartellino dei prezzi , se ci fossero ancora le vecchie lire, viaggerebbe sui banchi del mercato a tre cifre. " Sarà il gusto del mare e della nostra terra " , risponde Tonino che torna in cucina tra le sue pentole e fornelli per continuare a produrre quei piatti che lo hanno reso famoso sulla Rivierta del Corallo. Ma non solo.
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