Hanno pronunciato il fatidico “sì”, anzi “emmo”, unendosi in
matrimonio nella lingua del cuore, quella sarda, nella Sala delle
adunanze del Comune di Bono, paese di antiche tradizioni e patria di
Giovanni Maria Angioy. Così Anselmo Serra e Roberta Dalle Molle,
grazie alla sensibilità dell’Amministrazione comunale del capoluogo
del Goceano e al lavoro dello sportello linguistico coordinato
dall’Istituto Camillo Bellieni di Sassari, hanno potuto coronare il
proprio sogno d’amore in un modo del tutto singolare.
Nessun abbaglio folcloristico e nessuna passerella in costume. Solo il
desiderio di riappropriarsi della lingua materna, anche in quegli
aspetti più segnanti e memorabili della vita, come l’unione di coppia.
Tutto è partito dalla volontà della novella sposa, veneta della
provincia di Vicenza, arrivata da otto anni in Sardegna proprio per
amore Anselmo, bonese d’adozione ma di origini ogliastrino-galluresi.
Laureata in Scienze religiose con formazione in cultura classica, la
donna si è avvicinata al Sardo frequentando i corsi del Bellieni a
Sassari: nelle aule dell’istituto, oltre a scoprirsi profondamente
appassionata di questo idioma così vicino al latino, ha appreso
dell’esistenza di una normativa nazionale che tutela le minoranze
linguistiche.
E proprio attraverso i finanziamenti della legge 482, lo sportellista
Salvatore Canu ha potuto tradurre passo passo gli atti di matrimonio,
gli articoli attinenti del Codice civile e le formule di rito. Il
tutto sotto l’attenta supervisione del direttore scientifico Is.Be,
Michele Pinna e dell’esperta e docente di lingua sarda, Daniela Masia
Urgu.
“Il vostro popolo è molto simile al mio perché è un popolo forte – ha
commentato Roberta con visibile commozione – ha una grande dignità,
per cui io mi sono trovata praticamente a casa. Così ho sposato un
sardo e la sardità. È il miglior regalo che potessi fare al mio uomo”.
Ma se per la burocrazia gli atti ufficiali hanno validità solo
attraverso la celebrazione in Italiano, l’intuizione è stata quella di
aggirare l’ostacolo realizzando una doppia cerimonia bilingue. Così il
sindaco Elio Mulas ha prima officiato il rito come da manuale, e
subito dopo la delegata alla Cultura, Francesca Ciancilla, ha scandito
le medesime formule in lingua sarda, seguendo rigorosamente le
traduzioni del Bellieni di fronte agli sposi, ai testimoni e a un
pubblico emozionato e un po’ incredulo.
“Oggi per il comune di Bono è una giornata storica – ha commentato il
primo cittadino Elio Mulas –. Questo è il primo matrimonio celebrato
in forma bilingue nella nostra comunità. La preoccupazione iniziale è
stata soppiantata dalla garanzia di godere della supervisione
dell’Istituto Bellieni, tra i più quotati nell’isola in materia di
bilinguismo, e di un esperto come il nostro concittadino Michele
Pinna, che da studioso si è sempre impegnato nella valorizzazione
della lingua e della cultura sarda”.
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