Lampi di colore. Quelli dei costumi dei gruppi che arrivano ogni anno
a Ittiri da tutti i Continenti e dalle diverse parti dell'isola per
uno dei festival sardi più longevi in assoluto. Sono i colori delle
danze e della musica, delle emozioni e dei sentimenti. Il camaleonte,
simbolo scelto per l'edizione di quest'anno, sa “indossare” tutti i
colori, senza discriminazioni: si adatta all'ambiente circostante ma
resta se stesso, come fosse invulnerabile.
Come in fondo abbiamo fatto
noi sardi. Il camaleonte ha gli occhi che ruotano di 360 gradi e
quindi ha una visione completa del mondo circostante. Così è l'Ittiri
Folk Festa, organizzato dall'associazione Ittiri Cannedu, che ogni
anni sa indossare colori diversi, sa adattarsi ai tempi con tante
iniziative, ma resta fedele allo spirito originale: creare
un'occasione di incontro, di scambio di culture e tradizioni,
guardando a 360 gradi verso il resto del mondo. Un festival che va
oltre gli spettacoli proposti sui palchi e per le vie del centro, che
utilizza le similitudini per favorire i rapporti e le diversità per
arricchire i rapporti.
L'anteprima dell'edizione numero 33 sarà ospitata ancora una volta
nella Riviera del Corallo: il 19 luglio piazza Lo Quarter sarà animata
da “In Alghero Folk International” con alcuni dei gruppi stranieri e
sardi che prenderanno parte poi ai quattro giorni di Ittiri, il fulcro
della manifestazione. Quindi la chiusura il 24 luglio nell'anfiteatro
Seunis con “mesumundu in Thiesi” in collaborazione con Su Consonu
Santu Juanne de Thiesi.
Come ormai consuetudine sarà anche assegnato il Premio Zenìas (16^
edizione) ad una persona o istituzione che ha promosso l'isola.
Nei prossimi giorni Ittiri Folk Festa inizierà a svelare alcuni dei
gruppi ospiti.
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