Italia Unica sul Referendum costituzionale di ottobre: se passa il SI addio autonomia per la Sardegna

Tore Piana
  La Direzione regionale di Italia Unica guidata da Tore Piana nei giorni scorsi ha deliberato la massima mobilitazione del partito in Sardegna In gioco la permanenza dell’autonomia speciale della Regione Sardegna con la modifica del titolo v della costituzione inserito nella legge di riforma costituzionale di cui nessuno parla ITALIA UNICA lancia una campagna di sensibilizzazione affinché tutti i Sardi votino NO al referendum costituzionale previsto per Ottobre:"Dobbiamo informare i cittadini sardi e spiegare loro cosa succederà con la nuova Costituzione voluta da Renzi" LA MAGGIORE RIFORMA CHE INTERESSA LA SARDEGNA QUALE REGIONE A STATUTO SPECIALE RIGUARDA LA MODIFICA DEL TITOLO V DELLA COSTITUZIONE.

   "Oggi tutti i partiti autonomistici Sardi sono silenziosi in difficoltà essendo in maggioranza alla regione, alleati del PD, - afferma Tore Piana -questo è il nostro punto di forza nelle piazze per far capire di votare No Sappiamo che non è una battaglia solo nostra, riguarda l'Italia intera, e tante forze politiche. Noi però dobbiamo innanzitutto informare i cittadini sardi di cosa succederà con la nuova Costituzione voluta da Renzi.

   Oggi abbiamo in Sardegna un governo a guida Pigliaru,interamente dipendente dal Governo Nazionale (vedasi vertenza entrate, trasporti, patto stabilità, pareggio bilancio, finanziamento grandi opere) e per questo i diritti dei sardi restano là, inutilizzati, in attesa che qualcuno possa difenderli. Con la controriforma costituzionale di Renzi questi diritti vengono soppressi per sempre. E' molto di più dell'abrogazione dello Statuto speciale, che per beffa resta là dov'è: è la soppressione di ogni democrazia e autonomia nel nostro Paese. Ma per evitare di cadere nell'astrazione facciamo esempi concreti. 

  Se a ottobre vince il SI, lo Stato potrà, solo per limitarci alle cose più gravi e vistose: Sanita: chiudere liberamente tutti i punti nascita e tutti le strutture sanitarie che riterrà opportuno; - trivellare il sottosuolo e i mari circostanti la Sardegna senza tenere conto in alcun modo della nostra volontà; usare la Sardegna come pattumiera d'Italia, collocando da noi i termovalorizzatori, i depositi per le scorie nucleari ed ogni altra immondizia indesiderata nel Continente; imporci qualunque altra installazione militare nociva per la salute e la sicurezza dei Sardi, togliendo alla Regione ogni tipo di autorizzazione sanitaria e ambientale;

   Togliere ogni decisione sulle infrastrutture sarde, dirottandole, insieme ai profitti a centri di potere e imprese vicine al ai Ministeri di competenza; togliere alla Sardegna qualunque risorsa ed entrata, a piacere, che lo Stato ritenesse utile per i propri bisogni e sottoporre di diritto tutte le decisioni finanziarie al beneplacito del governo romano, e quindi la sudditanza ad interessi esterni alla Sardegna; potrà commissariare la Regione per problematiche legate ai Bilanci, umiliando la nostra autonomia.

   E' vero che oggi, complice una classe politica debole e incapace, questi abusi sono già compiuti dallo Stato contro la Sardegna. Ma con la riforma questi abusi diventeranno DIRITTO. Lo status di "colonia" per la Sardegna diverrà irreversibile. I Sardi non potranno mai più far valere, quale strumento di tutela dei loro interessi, lo Statuto speciale di Autonomia, oggi violatissimo, ma teoricamente ancora vigente. Vigerà semplicemente la legge del più forte. Se i Sardi volessero ribellarsi a questo sfruttamento non disporrebbero neanche del diritto di voto. Il Senato, infatti, eletto ancora su base regionale, seppure indirettamente, non avrà alcun potere.

  Sarà un puro simbolo, un puro spreco di soldi, non potendo votare né le manovre finanziarie né la fiducia e potendo essere schiacciato dalla Camera persino sulle materie che riguardando le autonomie locali. Se i Sardi volessero far sentire una voce di dissenso in teoria restano i deputati della Camera, ma anche lì si è ideato un congegno per escluderli dalla vita politica del Paese. Infatti, per essere eletti deputati, o ci si piega ai partiti italiani, gli unici autorizzati a "nominare" i candidati alla Camera, e quindi nulla si può votare contro la volontà del governo romano o, se si tenta di presentare un partito sardo, questo, per effetto della legge elettorale, si ritrova uno sbarramento sostanziale al 40 % circa!! Al di sotto di questa soglia astronomica il voto a un partito "regionale" è perso e non dà diritto a rappresentanza politica.

   E infine, anche se plebiscitariamente i Sardi votassero un partito loro, questo sarebbe comunque irrilevante per le maggioranze nazionali in quanto la legge elettorale, strettamente legata a questa riforma costituzionale, garantisce comunque al partito di maggioranza relativa una schiacciante maggioranza di seggi alla Camera. Insomma, per dirla in breve, con questa riforma ai Sardi è tolto semplicemente il diritto di voto, e persino il diritto di tribuna. La Sardegna sarà schiacciata senza pietà dallo Stivale.

   "Italia Unica” ha l'obbligo, insieme a tutte le forze italiane e sarde che intendono scongiurare il regime, di impedire questo golpe. Noi voteremo NO. Lanciamo come ITALIA UNICA un FORTE appello a tutte le forze politiche presenti in Sardegna, affinchè si avvii in tempi strettissimi la revisione dello Statuto della REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA con la elezione di UNA COSTITUENTE SARDA, unico strumento per mettere al riparo l’autonomia della nostra Sardegna.