Replica del sindaco di Castelsardo alla minoranza consiliare

Franco Cuccureddu
  In riferimento all’articolo pubblicato sulla vostra testata relativo ad un comunicato stampa del gruppo di minoranza “Castelsardo 3.0” sulla richiesta di convocazione del Consiglio comunale, essendo stato direttamente chiamato in causa chiedo di poter replicare.

  Franco Cuccureddu, sindaco di Castelsardo, ha diffuso la nota che pubblichiamo di seguito. "La programmazione del Consiglio comunale viene fatta dalla Conferenza capigruppo, alla quale né il capogruppo Matteo Santoni né alcun altro componente del gruppo di minoranza “Castelsardo 3.0” ha partecipato.

  Il Consiglio comunale peraltro si riunisce, su imput del presidente o dei consiglieri solo per la trattazione delle materie di competenza dell’organo assembleare, tassativamente elencate nell’articolo 42, c. 2, dell’ordinamento degli enti locali. Nel caso specifico dell’unica interrogazione presentata la stessa non riguarda aspetti che attengono in alcun modo alle competenze istituzionali dell’ente ma tratta, al contrario, questioni legate a proprietà private e quindi è palesemente irricevibile. Trattandosi di pettegolezzi potrebbe essere certo argomento di discussione in qualche bar o in qualche circolo di lavandaie ma non certo oggetto di trattazione in consiglio comunale.   

  Peraltro tale interrogazione appare presentata strumentalmente con finalità esclusivamente diffamatorie (per questo si ricerca l’amplificazione sulla stampa o in una pubblica discussione consiliare) ed è rivolta verso familiari defunti del sottoscritto, azione per questo ancora più meschina poiché gli stessi non hanno la possibilità di replica. Tale “interrogazione” sarà comunque sottoposta al vaglio delle competenti autorità giudiziarie. Quanto alle mozioni, quella del 18/09/2014, di là dell’aspetto nominale, non è classificabile come mozione, infatti non si conclude con alcuna risoluzione o proposta, così come prevede l’art. 32, c.7, del reg. C.C., ma con la semplice richiesta al sindaco di sfiduciare un assessore.

  Si tende, così, a creare una forte interferenza fra le potestà consiliari e quella, esclusiva, attribuita al sindaco nella nomina della giunta che, come noto, non è influenzabile da altri organi, è insindacabile, si adotta con un decreto che non necessità di motivazione, essendo basata esclusivamente sull’intuitu personae. L’atto presentato tende a far si che il consiglio comunale esprima, di fatto, un voto di sfiducia individuale nei confronti di un assessore, eventualità questa non prevista dal nostro ordinamento.

  L’unica mozione di sfiducia ammessa dalla legislazione vigente, ai sensi dell’art. 52 del D.Lgs 267/2000, è quella al sindaco che, se approvata, travolge anche gli altri organi comunali. La mozione presentata in data 10 novembre 2014, relativa alla richiesta di utilizzo della p.e.c. nelle comunicazioni ai consiglieri, sarà, invece, posta all’o.d.g. del prossimo consiglio, - conclude Franco Cuccureddu - che dovrà tenersi entro la fine dell’anno, anche per la ratifica di variazioni al bilancio".