Sanità e conflitto di ruoli, il confronto pubblico sui social tra Mario Guerrini e l’onorevole Silvio Lai

Mario Guerrini

Il dibattito sulla sanità sarda, già attraversato da incertezze normative e tensioni politiche dopo la recente sentenza della Corte costituzionale, si è arricchito in queste ore di un confronto pubblico che chiama in causa il rapporto tra politica e sanità privata. A sollevarlo è stato Mario Guerrini, firma storica del giornalismo isolano, attraverso il suo “Osservatorio”, spazio di analisi che da anni pone domande spesso scomode al potere politico.

Nel suo intervento, Guerrini concentra l’attenzione sulla figura di Silvio Lai, deputato del Partito Democratico e segretario regionale del Pd sardo, impegnato nel confronto con la presidente della Regione Alessandra Todde sul futuro assetto della sanità pubblica e, in particolare, sulle nomine dei direttori generali delle aziende sanitarie. Il punto sollevato dal giornalista non riguarda profili di illegittimità formale, che egli stesso non contesta, ma una questione di opportunità ed etica pubblica: la contemporanea esperienza manageriale di Lai nel settore della sanità privata e il suo ruolo politico nella definizione degli assetti della sanità pubblica regionale.

Guerrini richiama dati e atti ufficiali, ricordando che il Centro di Cura e Salute di Platamona, struttura privata di cui Lai è stato direttore generale, ha intrattenuto rapporti convenzionali con il sistema sanitario regionale. Da qui la perplessità espressa dal giornalista: una possibile “confusione di ruoli” che, a suo giudizio, rischia di indebolire la chiarezza del dibattito pubblico sulla sanità, soprattutto in una fase segnata da commissariamenti contestati e da un clima di generale incertezza amministrativa.

Alla pubblicazione del post segue la replica di Lai, affidata ai social. Il deputato respinge con fermezza ogni insinuazione e ricostruisce il proprio percorso professionale e politico. Rivendica una lunga attività manageriale nel settore sanitario, svolta – precisa – sempre al di fuori dei periodi di impegno istituzionale, durante i quali avrebbe sospeso ogni incarico professionale. Sottolinea inoltre di aver interrotto la collaborazione con la struttura privata mesi prima della sua elezione a segretario regionale del Pd e chiarisce la natura delle convenzioni citate, ricondotte a servizi effettivamente erogati in fasi emergenziali come quella della pandemia. Lai, pur dichiarandosi disponibile al confronto politico, avverte però del rischio di danni reputazionali per soggetti privati estranei alla dialettica politica, spingendosi a evocare un linguaggio duro quando parla di delegittimazione personale.

Non meno misurata, ma ferma, la controreplica di Guerrini. Il giornalista ribadisce di non nutrire ostilità personale nei confronti del parlamentare e di aver agito nel solco del proprio dovere professionale, limitandosi a segnalare una situazione che, a suo avviso, merita una riflessione pubblica. Rivendica di aver fatto riferimento a documenti ufficiali e conferma la propria disponibilità a ospitare chiarimenti e spiegazioni, consapevole – scrive – dei rischi che comporta il ruolo di giornalista indipendente, soprattutto quando si confronta con figure politiche di primo piano.

Il confronto, nei toni e nei contenuti, restituisce un nodo antico della vita pubblica italiana: il rapporto tra competenza tecnica, incarichi professionali e responsabilità politiche. In una regione come la Sardegna, dove la sanità rappresenta uno dei fronti più sensibili del patto tra istituzioni e cittadini, la questione non si esaurisce nello scambio polemico. Resta sullo sfondo una domanda di fondo, che Guerrini ha scelto di porre apertamente: come garantire trasparenza, fiducia e distinzione dei ruoli in un sistema già fragile, senza trasformare il dissenso in delegittimazione personale e senza rinunciare al diritto di porre domande, anche quando risultano scomode.

 

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