Sorso e Sennori, il ritorno al Coghinas per salvare l’acqua del Nord-Ovest

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La siccità morde e il Nord-Ovest della Sardegna si ritrova con i rubinetti che piangono. Così, i sindaci di Sorso e Sennori – Fabrizio Demelas e Nicola Sassu – si sono mossi in fretta. Hanno chiesto ad Abbanoa, Egas e all’Assessorato ai Lavori Pubblici di riattivare l’ex potabilizzatore di Sorso, fermo da oltre quindici anni. Un impianto vecchio, sì, ma collegato al fiume Coghinas: una riserva che oggi, in tempi di magra, fa gola a molti.

L’acquedotto del Bidighinzu, da cui dipendono Sorso e Sennori, è in crisi per mancanza d’acqua. E allora si torna a guardare indietro, quando l’impianto di Sorso – oggi ridotto a un ricordo – garantiva approvvigionamenti regolari attraverso la condotta Coghinas 2, servendo i serbatoi di Giorra e Salamagna. Ora quei serbatoi dipendono interamente dal Bidighinzu, e la coperta è diventata troppo corta per tutti.

Ieri i due sindaci hanno effettuato un sopralluogo con il direttore tecnico di Abbanoa, ingegner Guglielmo Ranalleta, per valutare la situazione. Il responso è chiaro: l’impianto va ricostruito da capo, aggiornando gli schemi acquedottistici e ristabilendo i collegamenti con le reti di Sorso e Sennori. Serviranno confronti con EGAS e con l’Agenzia del Distretto Idrografico (Adis), oltre a fondi e autorizzazioni.

L’obiettivo è ambizioso ma sensato: sganciare Sorso e Sennori dal Bidighinzu, liberando risorse idriche per gli altri comuni e garantendo alla Romangia continuità grazie al Coghinas, che dispone di scorte più stabili.

«La nostra comunità sta vivendo una fase critica e non possiamo limitarci a gestire l’emergenza», ha dichiarato Demelas. «La riattivazione dell’impianto collegato al Coghinas è una scelta di buon senso, sostenuta da una visione strategica che guarda alla resilienza del territorio».

Sulla stessa linea Nicola Sassu, sindaco di Sennori: «Ringraziamo Abbanoa per la tempestiva attenzione e auspichiamo che gli enti preposti agiscano in tempi rapidi. Riattivare il vecchio potabilizzatore significherebbe alleggerire il Bidighinzu e restituire acqua a tutti i comuni che oggi soffrono la carenza».

In fondo, è la vecchia storia sarda dell’acqua: pochi invasi, troppa burocrazia e un sole che picchia più forte del necessario. Ma questa volta, tra Coghinas e Bidighinzu, pare che qualcuno abbia deciso di muoversi prima che i rubinetti restino del tutto muti.