Città metropolitana di Sassari: Alghero senza voce, l’affondo di Sasso

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La politica è fatta di dialoghi e di scontri, ma anche di omissioni. Per Alghero, lunedì scorso, si è consumata una vicenda che pesa più di quanto sembri: l’elezione del nuovo Consiglio Metropolitano di Sassari. Un’elezione di secondo livello, dove a votare non sono i cittadini ma gli amministratori locali. Ed è qui che si consuma la frattura.

L’avvocato Francesco Sasso, presidente dell’associazione Iniziativa Alghero, ha detto la sua senza giri di parole. Una critica che fotografa la distanza tra la maggioranza di centrosinistra che governa Alghero e la nomina di Nina Ansini, veterana della politica cittadina oggi in Forza Italia, eletta all’opposizione. Non un dettaglio, ma un segnale di disconnessione evidente. Mimmo Pirisi, presidente del consiglio comunale, ha formulato i suoi auguri di rito alla neo consigliera metropolitana. Eppure, resta la domanda: ci sarà spazio per un dialogo che non venga strozzato dai conflitti di parte? La politica, come le famiglie, litiga al proprio interno. Ma a differenza delle famiglie, qui i figli non sempre spiccano il volo: talvolta restano a terra, vittime delle logiche dei padri.

Sasso, nel suo documento, non usa mezzi termini: «Il nuovo Consiglio Metropolitano di Sassari è stato eletto. Tutto secondo copione, tranne un fatto che solleva interrogativi profondi: Alghero non avrà alcun rappresentante della sua maggioranza di governo. Una notizia che, da sola, basterebbe a far rumore. Ma se si aggiunge che quella maggioranza, sulla carta, poteva contare su 16 voti, allora il fatto assume i contorni di una vera e propria disfatta politica».

E ancora: «L’unica rappresentante espressa da Alghero è infatti Nina Ansini, eletta nella lista Per Sassari Metropolitana. Ansini, però, è un’esponente di Forza Italia e, soprattutto, siede all’opposizione del Consiglio comunale algherese. Un paradosso che fotografa con estrema chiarezza il disastro politico in cui è caduta l’attuale maggioranza».

Il documento di Sasso prosegue con toni sempre più duri, accusando l’attuale classe dirigente di aver scelto la resa, piegandosi «alle logiche delle segreterie politiche sassaresi, abbandonando ogni rivendicazione di autonomia e rappresentanza». Una “svendita” – così la definisce – che lascia Alghero priva di voce in uno degli organismi più strategici per il futuro del Nord Sardegna.

Parole che pesano, perché l’ente metropolitano non è un guscio vuoto: lì si decideranno fondi, infrastrutture, trasporti, strategie territoriali. È il tavolo dove si progetta lo sviluppo del nord-ovest dell’isola. E Alghero, città storicamente abituata a difendere la propria autonomia, qui si ritrova ridotta a comparsa. La politica algherese, sembra dire Sasso, ha scelto il silenzio. Chi doveva difendere la città ha preferito obbedire. E il risultato è «sotto gli occhi di tutti: Alghero è stata svenduta».

Un’accusa che segna uno spartiacque: perché se è vero che le elezioni metropolitane non portano prebende, né stipendi né indennità, resta il valore politico della rappresentanza. E la veterana Ansini, eletta nelle file dell’opposizione, rischia di essere l’unica voce algherese in un’arena dove, al contrario, serviva una regia coesa. Il punto, al di là dei riti e degli auguri di circostanza, è chiaro: Alghero oggi non ha peso dentro il nuovo Consiglio Metropolitano. E la responsabilità, dice Sasso, non sta a Sassari. Sta tutta ad Alghero.