Düsseldorf, Palma di Maiorca, Cannes, Genova. E adesso anche Montecarlo. Il Consorzio del Porto di Alghero gira l’Europa per farsi conoscere e portare visibilità alla Riviera del Corallo. Una strategia di promozione che l’attuale management ha messo in campo dal primo giorno, convinto che i riflettori sul porto possano accendere anche l’economia del territorio.
Finora le fiere hanno dato buoni frutti. Gli operatori del settore hanno risposto bene, i curiosi si sono avvicinati e spesso, da semplici spettatori, si sono trasformati in diportisti pronti ad attraccare in città. Non male per un porto che negli ultimi anni ha fatto passi avanti non solo in notorietà, ma anche nei servizi offerti. Qui il merito va alle marine che lavorano ogni giorno nello specchio acqueo: Aquatica, Ser-Mar, Mar de Plata e Ambrosio. Realtà solide, che fanno la loro parte senza troppi proclami.
C’è anche la faccia sociale. A breve sulla banchina Dogana sarà installato un sollevatore mobile per trasferire a terra persone con disabilità o a mobilità ridotta. Un passo concreto contro le barriere architettoniche, che rende il porto più accessibile. E non è l’unico progetto: il Consorzio sostiene l’Accademia della Vela Latina del Mediterraneo, che insieme alla Neuropsichiatria infantile dell’Asl di Sassari e al CTR Esperienze porta in mare ragazzi con sindrome di Down, autismo, Asperger e altre fragilità. Un centinaio i giovani coinvolti tra i 5 e i 17 anni, in un percorso che unisce vela e terapia.
Ma dietro le vele spiegate resta il solito scoglio: l’approvazione del Piano regolatore del porto. Senza quel documento e senza la soluzione al rebus del Molo di sopraflutto, ogni sforzo rischia di fermarsi al vento. Da anni si attende una decisione, e il Consorzio lancia l’ennesimo appello alla politica regionale e locale: serve una scelta chiara, per trasformare la promozione in sviluppo reale.
Nel frattempo, il porto corre con le sue gambe. Ma resta in attesa che la politica decida se vuole farlo camminare o lasciarlo in rada.
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