Marco Di Gangi, responsabile regionale del Dipartimento Turismo di Fratelli d’Italia, non le manda a dire. E stavolta nel mirino finisce l’assessore all’Urbanistica di Alghero, Roberto Corbia.
Il casus belli? Le dichiarazioni di Corbia sul nuovo Piano Urbanistico Comunale, che — parole sue — dovrebbe «affrontare anche la necessità di regolamentare fenomeni come quello degli affitti brevi».
Una frase che ha fatto saltare sulla sedia Di Gangi: «Siamo di fronte all’ennesimo tentativo, per ora solo allo stato embrionale, di introdurre anche ad Alghero un orientamento punitivo nei confronti delle locazioni turistiche. Un orientamento che ricorda molto da vicino quello già adottato, con risultati discutibili, da alcune amministrazioni regionali e comunali – ovviamente di sinistra – che hanno tentato di limitare il diritto dei proprietari di affittare liberamente i propri immobili».
L’affondo è netto. Secondo Di Gangi, «ancora una volta si prova a scaricare su chi affitta per finalità turistiche la responsabilità di problemi strutturali». E porta i numeri: «I dati parlano chiaro: secondo Nomisma e Confedilizia, in Italia solo l’1,3% degli appartamenti è destinato alle locazioni turistiche, e appena lo 0,11% per più di 120 giorni l’anno. Si tratta di una quota marginale, che non giustifica né allarmismi né restrizioni arbitrarie».
Una stoccata anche alle regioni rosse, dove i provvedimenti restrittivi non sono mancati. E Di Gangi ricorda che «molti di questi provvedimenti sono già stati impugnati dal Governo Meloni in quanto lesivi delle prerogative costituzionali in materia di libera iniziativa economica e diritto di proprietà».
Il governo, dice, ha scelto un’altra strada: «La linea dell’Esecutivo è chiara: nessun attacco ideologico al settore turistico, ma regole equilibrate, trasparenti e rispettose dei diritti dei cittadini».
Il Codice Identificativo Nazionale (CIN), già introdotto, ha fatto la sua parte. «Ha già contribuito in modo decisivo all’emersione del sommerso e al contrasto dell’abusivismo», spiega Di Gangi.
Ma il punto vero, secondo lui, è un altro: «Alghero ha bisogno di una politica abitativa vera, non di scorciatoie ideologiche. Si investa sull’edilizia residenziale pubblica, si incentivino gli affitti ordinari con strumenti fiscali adeguati, si creino le condizioni per liberare immobili oggi inutilizzati. Colpire chi affitta per turismo non aumenterà le case disponibili per i residenti, ma ridurrà l’offerta turistica e danneggerà l’economia locale».
C’è anche una frecciata sul sistema ricettivo: «L’assessore Corbia ha correttamente segnalato il forte squilibrio tra il numero di posti letto nel comparto extralberghiero e quelli nel sistema alberghiero tradizionale, che ad Alghero risulta sottodimensionato. Ma proprio per questo ci si aspetterebbe che il PUC, anziché ipotizzare vincoli al segmento che ha sopperito per anni a questa carenza, si faccia carico di individuare con chiarezza aree, incentivi e strumenti per attrarre investimenti e realizzare nuove strutture alberghiere, favorendo qualità e integrazione dell’offerta».
Alla fine, la stoccata definitiva: «L’assessore Corbia ha il compito importante di condurre in porto un PUC atteso da decenni. Si concentri su questo, evitando di seguire derive ideologiche che altrove hanno già fallito. La libertà di affittare la propria casa non è il problema. È, semmai, parte della soluzione».