Botta e risposta rovente sulla dermatite nodulare bovina: Satta rivendica serietà e rapidità, Piana accusa e chiede le dimissioni

Satta

La gestione dell’emergenza sanitaria legata alla dermatite nodulare bovina si trasforma in un acceso scontro politico, con un botta e risposta che scuote la Regione.

«Stiamo affrontando la dermatite nodulare bovina con la massima tempestività e responsabilità», aveva dichiarato l’assessore regionale all’Agricoltura Gianfranco Satta al termine della giornata di ieri, segnata da un vertice operativo con il Ministero della Salute e la Commissione Europea. L’assessore ha precisato la presenza di tre focolai attivi (due a Orani e uno a Orotelli), con una trentina di capi infetti e nessun caso di mortalità. Tra le misure annunciate: il blocco delle movimentazioni bovine per 60 giorni, uno stanziamento regionale straordinario da almeno 10 milioni di euro, la partenza di una campagna di vaccinazione massiva e l’avvio dei test PCR direttamente a Sassari.

«Serietà, tempestività, trasparenza. Siamo al fianco dei nostri allevatori. Sempre», ha concluso Satta, rivendicando la linea d’azione e le decisioni immediate.

Ma a stretto giro è arrivata la replica durissima di Tore Piana, presidente del Centro Studi Agricoli, che non risparmia accuse pesanti: «Le dichiarazioni rilasciate ieri dall’Assessore Satta sono di una gravità assoluta e meritano un chiarimento immediato». Piana si riferisce all’affermazione di Satta secondo cui il virus sarebbe presente in Sardegna «da circa tre mesi».

«È un’affermazione sconcertante — incalza Piana — perché il primo caso ufficiale di LSD è stato scoperto il 21 giugno 2025 a Orani. Come può allora sostenere che il virus circolerebbe da tre mesi? Due sono le possibilità, entrambe gravissime: o l’assessore ha fatto un’affermazione infondata e irresponsabile, oppure, peggio ancora, sapeva e ha taciuto, mettendo a rischio il patrimonio zootecnico sardo e l’intero comparto economico».

Piana è categorico: «Se davvero era a conoscenza da tre mesi e non ha informato né allevatori né strutture sanitarie né organizzazioni agricole, chiediamo con forza le sue immediate dimissioni. La trasparenza nella gestione delle emergenze sanitarie veterinarie è un dovere istituzionale, non un optional politico».

Il Centro Studi Agricoli chiede chiarezza immediata: «Se esistono dati ufficiali che confermino la circolazione del virus già da marzo o aprile, vanno resi pubblici subito. In caso contrario, le parole dell’assessore rappresentano una grave leggerezza istituzionale, inaccettabile».

Il fronte agricolo sardo si trova così stretto tra la preoccupazione per l’emergenza sanitaria e la necessità di risposte precise dalle istituzioni. In un clima già segnato dall’incertezza economica, lo scontro politico rischia di accendere ancora di più tensioni e malumori nel comparto zootecnico.

 

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