La Giunta per le elezioni del Consiglio regionale è ufficialmente coinvolta nel caso di Alessandra Todde, presidente della Regione Sardegna. L'ordinanza del collegio elettorale della Corte d’Appello di Cagliari, che ha rilevato sette irregolarità nel rendiconto delle spese elettorali, è stata trasmessa, aprendo formalmente una fase cruciale per la politica isolana.
Novanta giorni: questo è il tempo concesso alla Giunta per decidere. Ma la posta in gioco è altissima, e il rischio di una paralisi politica è più concreto che mai. Se la decadenza della Todde fosse confermata, l’intero Consiglio regionale verrebbe sciolto.
Uno scenario catastrofico per una regione già segnata da instabilità e ritardi istituzionali.
In queste ore, il presidente della Giunta per le elezioni, Giuseppe Frau (Pd), ha iniziato i primi incontri informali con i membri dell’organismo e con il presidente dell’Assemblea Piero Comandini. Le riunioni formali inizieranno a breve, ma già si avverte l’aria pesante di un confronto che rischia di trasformarsi in uno scontro aperto tra maggioranza e opposizione.
I legali della Todde, intanto, aspettano con ansia il voto segreto in Aula, prevedibile punto di svolta di questa vicenda. È evidente che la strategia della presidente è quella di sfruttare ogni spiraglio possibile per ribaltare la situazione, magari con un ricorso e una richiesta di sospensiva urgente.
Tuttavia, il rischio più grande è che la lentezza decisionale e i giochi di potere prevalgano, lasciando i sardi ostaggio di una politica incapace di guardare oltre il proprio interesse.
Questa vicenda, più di ogni altra, mette a nudo tutte le fragilità del sistema regionale: dalle procedure troppo lunghe ai conflitti interni, fino all’incapacità cronica di affrontare le sfide con serietà. Resta da vedere se la Giunta per le elezioni saprà affrontare la questione con la fermezza e la rapidità necessarie o se assisteremo all’ennesimo capitolo di un dramma politico tutto sardo.