Nel corso dei più recenti incontri avuti con Eni e con tutti gli altri
soggetti coinvolti nel processo di riconversione del polo
petrolchimico di Porto Torres – che si sono tenuti a Roma, nella sede
del Ministero dello Sviluppo Economico – abbiamo appreso con enorme
stupore e con ancora più grande preoccupazione che sarebbero
addebitabili al Ministero i ritardi accumulati nella realizzazione
delle bonifiche dell’area industriale.
Ribadendo con forza che per questo ente, e per il territorio che
amministra, le bonifiche di Porto Torres rappresentano una priorità
sia sul piano ambientale e sanitario che dal punto di vista economico,
occupazionale e sociale, sarebbe per noi davvero importante capire
dove si ferma la verità e dove iniziano fastidiosi rimpalli di
responsabilità che hanno come unica vittima il Nord Ovest Sardegna.
In particolare, sarebbe utile capire se siano confermate le
dichiarazioni rese formalmente da Eni e da chi l’ha rappresentata in
occasione degli incontri ufficiali cui si è fatto riferimento in
premessa.
Più precisamente, chiediamo di sapere se davvero l’avvio
delle bonifiche sia stato impedito finora non da una cattiva volontà
del soggetto che le dovrebbe attuare – e cioè la stessa Eni – a
parziale risarcimento dei danni ambientali prodotti nell’arco degli
anni e in ossequio a leggi sempre più precise e stringenti, ma dalla
mancata firma dei decreti autorizzativi di competenza dirigenziale.
Se così fosse, questa amministrazione chiede di sapere – anche a nome
di un territorio che attende da anni l’avvio di questa imponente opera
di risanamento ambientale – quali siano le ragioni che hanno finora
impedito la concessione del via libera necessario a Eni per procedere.
Rendendosi disponibile a qualsiasi occasione di confronto che possa
dissipare i dubbi e le perplessità relative a questo preoccupante
empasse, la Provincia di Sassari auspica una immediata soluzione e
attende con spirito collaborativo ulteriori occasioni di confronto.
Alessandra Giudici
Presidente della Provincia di Sassari.
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