La presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, si erge a paladina della sua terra, scagliandosi con forza contro la speculazione sfrenata sugli impianti eolici e fotovoltaici. È una Todde battagliera quella che emerge dalle dichiarazioni rese ai microfoni de “L’Attimo Fuggente”, programma condotto da Luca Telese su Giornale Radio.
Le sue parole non lasciano spazio a interpretazioni: “Quello che sta succedendo in Sardegna è pura speculazione.”
Michele Pais, ex presidente del consiglio regionale, non ha esitato a puntare il dito su Facebook: “Ma la Signora governatrice Todde di quale governo parla? Forse di quello in cui lei era Viceministro, con competenze dirette sugli affari energetici della Sardegna e che ha varato le norme che lei stessa, dopo averle scritte, contesta?” Una critica tagliente che mette in luce le contraddizioni di un passato politico che sembra ritornare a mordere.
Todde, però, non si lascia intimidire. Con una risolutezza che fa eco alla sua esperienza di viceministro, afferma senza mezzi termini: “Non ho paura della Cina”. E rilancia: “Il Governo ci deve ascoltare. E non ho paura della Cina, pronta alla battaglia.” La presidente evidenzia come le richieste per impianti eolici e fotovoltaici in Sardegna siano dieci volte superiori alle esigenze imposte da Stato e UE, un paradosso che grida vendetta.
La governatrice sarda dichiara di sentirsi “presa in giro” e denuncia la mancanza di considerazione per le istanze presentate dalla Regione.
“Nessuna delle nostre istanze presentate è stata presa in considerazione, se non in piccola parte. Adesso basta, dovete ascoltarci.” Un monito chiaro e deciso rivolto a un governo percepito come sordo alle esigenze locali.
La questione non è solo di numeri ma di sostanza: Todde denuncia l’impossibilità di esportare l’energia prodotta in eccesso, sottolineando la mancanza di infrastrutture adeguate. “È ancora più incredibile che tutti questi progetti non potrebbero nemmeno essere esportati”, ha spiegato Todde. Una situazione grottesca, che vede la Sardegna trasformata in un gigante energetico incapace di sfruttare appieno il proprio potenziale.
Particolarmente controverso è il progetto cinese di un maxi impianto fotovoltaico su mille ettari nella Nurra.
“Difenderò le prerogative dei sardi,” ha dichiarato Todde, rifiutando categoricamente l’idea di sacrificare preziosi terreni agricoli per un’iniziativa che non porterebbe benefici reali alla popolazione locale. “Non è accettabile sacrificare 1000 ettari di terreno agricolo, anche con produzioni Igp e Dop, per fare agrivoltaico che non sfrutteremo neppure noi ma un governo straniero.”
La presidente promette battaglia, affiancata dai comitati spontanei e dai cittadini sardi decisi a non chinare la testa. “La situazione è sfuggita di mano, lotteremo insieme ai comitati creati spontaneamente e ai cittadini che non hanno intenzione di chinare la testa. Non succederà.” La Todde alza la voce, la cresta e il tono, pronta a difendere la sua terra da qualsiasi tentativo di sfruttamento indiscriminato. Un monito forte, un grido di battaglia che risuona dalle coste sarde fino ai palazzi del potere.