Caos elettorale a Cagliari: il Movimento civico alza la voce

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  Ennesimo pasticcio elettorale. Il Movimento civico, a sostegno della candidata sindaco di centrodestra Alessandra Zedda, è stato escluso dalle amministrative dell'8 e 9 giugno. L'Ufficio centrale elettorale del Comune di Cagliari ha deciso così, scatenando l’ennesima bufera.

  Il portavoce della civica, Simone Paini, non ha perso tempo: "Per noi tutto regolare, andiamo al Tar". Il reclamo potrebbe essere presentato già questa sera. I tempi sono stretti: il tribunale amministrativo regionale dovrebbe pronunciarsi entro la settimana. E se il ricorso non passa, la civica si rivolgerà al Consiglio di Stato. Siamo alle solite: sette giorni di suspense, escludendo i festivi, per sapere se l’esclusione verrà confermata o meno. Ma cosa è successo? Due i problemi segnalati dall'Ufficio elettorale: numero di firme insufficiente e 22 candidati in lista accettati anziché 23. "Ora il ritardo è stato escluso - spiega Paini - I nostri delegati erano presenti prima delle 12 anche nella sede di via Sonnino per risolvere i primi problemi sollevati". Tuttavia, restano due questioni cruciali. La prima: "Le firme le abbiamo regolarmente depositate tutte - afferma Paini - ma ora risulta che ne manchino 16. Ci chiediamo dove possano essere finite". La seconda: "Noi abbiamo depositato la lista con 23 candidature, adesso risultano invece due candidature identiche per cui il numero è sceso a 22. Ma se questo problema ci fosse stato esposto subito avremmo avuto 24 ore per sanarlo". 

  Sembra la solita telenovela all’italiana, dove la burocrazia la fa da padrona. Nel ricorso si eccepirà anche una questione di costituzionalità sulla raccolta delle firme per le liste civiche. La candidata sindaco Alessandra Zedda si mostra fiduciosa: "Siamo fiduciosi che si possa dimostrare che le liste erano complete. Sono convinta che, comunque vada, la lista, formata da giovani, commercianti e imprenditori, saprà dare il suo contributo". Frasi di circostanza, certo, ma anche un barlume di speranza in un mare di incertezze. In sintesi, l’ennesima prova che il nostro sistema elettorale è un campo minato. Tra ricorsi, TAR e Consigli di Stato, speriamo solo che la buona politica prevalga sulle solite pastoie burocratiche. E che, alla fine, a vincere siano la trasparenza e la legalità, non i cavilli e le scartoffie.