Gianni Chessa abbandona il Psd’Az per fondare “Sardegna Popolare per Cagliari” a sostegno di Alessandra Zedda

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  Gianni Chessa, ex assessore regionale al Turismo della Sardegna, rappresenta insieme a Piero Maieli una delle due anime del Partito Sardo d'Azione (Psd'Az). Annuncia la sua uscita dal partito e la creazione della lista civica "Sardegna Popolare per Cagliari", in sostegno alla candidatura di Alessandra Zedda come sindaco per il centro-destra. Questa mossa segna una netta contrapposizione rispetto all'altra fazione sardista, legata a Christian Solinas, Nanni Lancioni e Antonio Moro, che sostiene Giuseppe Farris. Chessa aspira a un rinnovamento, ma si scontra con la resistenza al cambiamento di alcuni leader del suo partito, catalizzando una crisi di identità che potrebbe trasformare il Psd'Az in un simbolo dei dilemmi affrontati dai partiti politici tradizionali. 

  Nel frattempo, la nuova lista civica tenta di connettere le politiche locali alle vere esigenze dei cittadini, segnalando un potenziale nuovo inizio per il panorama politico di Cagliari. a storia del Psd'Az oggi potrebbe essere un copione per una di quelle telenovele a cui siamo tristemente abituati. Chessa non vorrebbe lasciare i sardisti. Vorrebbe un rinnovamento 4 Mori. Ma Solinas e Moro sono inchiodati alle poltrone.

  E stanno catapultando il Psd'Az verso l'abisso politico. "Presenteremo una lista civica che sosterrà Alessandra Zedda e si chiamerà Sardegna popolare per Cagliari", dichiara Chessa, che annuncia l’addio ai Quattro Mori, "io non più il coordinatore provinciale, ma resto nel partito per alcuni giorni. Poi assieme al mio collega Maieli andremo via con l’amaro in bocca, ma non si poteva continuare così. Già altri hanno lasciato, purtroppo non ci sono segnali di cambiamento nel partito". Nella nuova lista per le comunali cagliaritane, troviamo figure come l’ex assessora ai Lavori pubblici della giunta Truzzu Gabriella Deidda e l’ex consigliere comunale (ed ex assessore allo Sport della giunta Floris) Aurelio Lai, oltre a numerosi commercianti e albergatori del centro storico. 

  Elementi che suggeriscono un tentativo di connettere la politica locale con le esigenze reali dei cittadini, lontano dalle politiche più altezzose e disconnesse del partito. "Sparisce quindi dal consiglio regionale il gruppo Psd’Az. “Mi spiace che si sciolga il gruppo consiliare Psd’Az. Forse ritorneremo più forti di prima”, sono parole di Chessa che risuonano con un timbro di speranza, ma anche di realismo cinico. La divisione del Psd'Az non è solo una crisi di identità, ma anche un simbolo del più ampio dilemma che affligge i partiti politici tradizionali, stretti tra il bisogno di rinnovarsi e il rischio di perdere la propria anima storica. Mentre Chessa e i suoi cercano di scrivere un nuovo capitolo per la Sardegna, Solinas e Moro appaiono come custodi di un ordine vecchio, magari più stabile, ma meno reattivo alle pulsioni attuali della società. 

L'attaccamento al passato descritto è un malanno serio, ma forse non incurabile. La politica, come la vita, è fatta di scelte e spesso di necessari addii. Per Chessa e i suoi, il tempo dirà se l'addio al Psd'Az sarà la chiave per una rinascita politica, o semplicemente l'epilogo di un'altra stagione di promesse non mantenute. Nel frattempo, l'orologio politico non si ferma, e i cittadini attendono attoniti di vedere se i loro rappresentanti riusciranno finalmente a mettere da parte le ambizioni personali a favore del benessere collettivo.