Giorgia Meloni risponde alle accuse di censura: "La sinistra monta un caso, ma il testo è pubblico"

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  In un'Italia che si dibatte tra mille problemi, l'ultimo episodio a scatenare polemiche è la presunta censura del monologo di Antonio Scurati, pensato per celebrare il 25 Aprile. La sinistra ha lanciato accuse di regime, mentre la Rai ha motivato il suo rifiuto a trasmettere il monologo con ragioni economiche, specificando di non voler spendere 1800 euro - paragonabile allo stipendio mensile di molti dei suoi dipendenti - per un minuto di trasmissione.

  Di fronte a questa controversia, la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha preso una posizione chiara, decidendo di pubblicare il testo del monologo sulle proprie piattaforme ufficiali. "Non so quale sia la verità, ma pubblico tranquillamente io il testo del monologo (che spero di non dover pagare) per due ragioni: 1) Perché chi è sempre stato ostracizzato e censurato dal servizio pubblico non chiederà mai la censura di nessuno. Neanche di chi pensa che si debba pagare la propria propaganda contro il governo con i soldi dei cittadini. 2) Perché gli italiani possano giudicarne liberamente il contenuto," ha affermato Meloni. 

  Questo gesto ha l'intenzione di dimostrare che non esiste alcuna volontà di nascondere le critiche, ma piuttosto di promuovere un dibattito aperto e onesto. La decisione di Meloni di rendere pubblico il testo segue la sua logica di trasparenza e confronto diretto con le opinioni critiche, anche quelle che possono essere scomode per il suo governo. Il monologo di Scurati tratta di temi pesanti e significativi, dalla morte di Giacomo Matteotti alle stragi nazifasciste, argomenti che richiamano alla memoria momenti bui della storia italiana. 

  Tuttavia, secondo Meloni, la decisione della Rai di non trasmettere il monologo non deve essere vista come un tentativo di censura, ma come una questione di gestione finanziaria delle risorse pubbliche. Con la pubblicazione del monologo, Giorgia Meloni invita tutti gli italiani a formarsi una propria opinione sulle questioni trattate, senza filtri mediatici o interpretazioni partigiane. Questa mossa potrebbe anche essere interpretata come un tentativo di distensione in un clima politico sempre più polarizzato, specialmente in prossimità di date simboliche come il 25 Aprile. Mentre la sinistra continua a criticare l'approccio della Presidente alle questioni storiche, Meloni sottolinea che la sua amministrazione non cercherà mai di sopprimere la discussione o il dissenso. Con questa pubblicazione, si augura che l'attenzione possa tornare ai problemi reali che l'Italia deve affrontare, piuttosto che rimanere intrappolata in dispute ideologiche anche se il premier ha pubblicato il testo dopo che era già pubblico da diverse ore scatenando controversie e rabbia tra gli italiani.