Il downgrade di Todde: Dall'aula a palazzo - Rinuncia alla carica di deputato per diventare presidente di regione

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  In una giravolta politica che farebbe sorridere il più disilluso degli osservatori, la cronaca politica italiana ci regala un'altra perla che solo la nostra amata Penisola sa mettere in scena.

  Alessandra Todde, un nome che fino a ieri echeggiava nei corridoi di Montecitorio, si prepara a salutare la vita da deputata per abbracciare quella, non meno onerosa ma certamente più locale, di Presidente della Regione. 

  Sì, avete letto bene: dalla gremita platea romana alla scena isolana, in un passo che a molti sembrerà più un passo indietro che un salto in avanti. La nostra Todde, eletta nel lontano ottobre 2022 sotto l'egida del M5S nella circoscrizione Lombardia 2, si ritrova ora ad affrontare la incompatibilità tra il ruolo di parlamentare e quello di Presidente di Regione. 

  Un dilemma shakespeariano che si risolverà prima del 9 aprile, quando, presumibilmente con un pizzico di malinconia e un briciolo di eccitazione per la nuova avventura, lascerà definitivamente l'aula di Montecitorio. Direte: è normale. Certo ma una riflessione è d'obbligo: mentre alcuni potrebbero interpretare questa mossa come una scalata al potere locale, non si può fare a meno di notare un certo sapore di downgrade nella sua carriera.

  Da deputata a Presidente di Regione: un cammino inverso rispetto all'ambizione politica classica che, nel folklore popolare, vedrebbe il palcoscenico nazionale come la vetta da raggiungere, non come un trampolino per incarichi regionali. 

  Ma non è la Todde la sola protagonista di questa commedia all'italiana. Ricordiamo Christian Solinas, che ha abbracciato un destino simile, abbandonando il Senato per la Presidenza della Sardegna nel 2019. Un cambio di casacca che, retrospettivamente, potrebbe apparire più come una fuga che come una promozione, specie quando si considerano le sfide e le tempeste politiche che hanno seguito. 

  Queste vicende, cari lettori, ci ricordano che la politica, con le sue ironie e i suoi paradossi, rimane uno degli spettacoli più affascinanti – e a volte comici – che il nostro paese sa offrire. E mentre alcuni potrebbero vedere in questi movimenti un calcolo politico o una strategia ben orchestrata, non possiamo esimerci dal chiederci se, al fondo, non si tratti di un gioco delle sedie musicali dove, quando la musica si ferma, meglio accaparrarsi l'ultima sedia disponibile, a prescindere da dove sia posizionata nella sala.