I riformatori sardi puntano sulle primarie per le prossime elezioni

Aldo Salaris
  Nel panorama politico sardo si accende un nuovo dibattito sulla democrazia partecipativa: i Riformatori Sardi si fanno promotori dell'adozione delle primarie come metodo di selezione del candidato più idoneo per le imminenti sfide elettorali, ponendo particolare enfasi sulla scena comunale di Cagliari. Aldo Salaris, segretario del partito, ha rilanciato con vigore la proposta, sottolineando come questa possa rappresentare la chiave per superare le divisioni interne e consolidare un fronte unitario attorno a una figura candidabile di ampia accettazione.

  La spinta verso le primarie nasce dalla convinzione che il coinvolgimento diretto dei cittadini nel processo di selezione del candidato possa non solo accrescere la trasparenza e la partecipazione democratica, ma anche contribuire a risolvere le "complessità e le difficoltà" che finora hanno ostacolato il raggiungimento di un consenso ampio su chi debba rappresentare il partito e l'eventuale coalizione alle elezioni. “Siamo da sempre i primi fautori delle primarie e siamo sempre più convinti, alla luce delle situazioni di complessità e le difficoltà a giungere ad una intesa unitaria che scegliere il candidato attraverso le primarie sia una scelta opportuna e utile", ha dichiarato Salaris, evidenziando come questo processo possa fungere da catalizzatore per una maggiore coesione e per una politica più aperta e inclusiva.

  Questa mossa dei Riformatori Sardi mira dunque a ristabilire un legame più stretto e autentico tra i cittadini e le istituzioni politiche, rendendo i primi veri protagonisti nella scelta dei loro rappresentanti. Con Cagliari come banco di prova, il partito auspica che l'adozione delle primarie possa segnare un punto di svolta nella pratica politica locale, contribuendo a rafforzare i principi di partecipazione popolare e trasparenza che dovrebbero ispirare l'azione di ogni formazione politica.