Psi, la protesta dei trattori, noi sardi dovremmo difendere la nostra agricoltura

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  “Il Partito Socialista Italiano in Sardegna sta seguendo con la massima attenzione la protesta dei trattori e soprattutto le problematiche delle imprese agricole e, nel rispetto delle necessità e dei bisogni di tutti, si augura che venga attivata in modo deciso ogni azione che possa condurre a un miglioramento delle condizioni di produzione e di mercato degli agricoltori. Lo scriviamo pensando alle decine di migliaia di famiglie che attendono le dovute risposte su un comparto in fortissima crisi, basato su parametri tecnico economici che hanno aumentato l'incertezza in cui vivono i produttori primari che invece meritano rispetto e riconoscimento della propria dignità di settore produttivo trainante per la Sardegna. 

  Vogliamo però fare dei distinguo sulla origine della protesta che crediamo possa avere radici che non riguardano interamente la nostra Isola ma semmai il nord Europa e con i dovuti distinguo anche il nord Italia. Il movimento dei trattori, è evidente, nasce da situazioni diverse, dalle esigenze di agricoltori che hanno problemi molto differenti da noi agricoltori sardi. Viviamo in territori con clima e produzioni dissimili. Per questo siamo convinti che gli agricoltori sardi dovrebbero combattere sì, ma soprattutto per mantenere la naturale vocazione biologica che possiede la nostra terra, fare punto di forza le nostre condizioni climatiche e territoriali. Il benessere del nostro ambiente, le temperature ancora buone ci consentono di portare avanti un comparto che dovrebbe avere come maggiore rivendicazione la sua vocazione lontana da sistemi intensivi. 

  Facciamo di questo una bandiera e rivendichiamo semmai migliori condizioni di mercato che strozzano, quelle sì, la contrattazione dei nostri produttori. Paghiamo a peso d’oro i prodotti agricoli ma nel nostro carrello della spesa gli agricoltori restano fiaccati dalla grande distribuzione che soffoca le imprese facendole piombare nel servilismo del mercato sordo al rispetto della nostra specialità legata all’insularità, e al pari alla dignità dei lavoratori. Ci chiediamo a tal proposito come mai questa protesta dei trattori seppure rumorosa non rompa il silenzio di alcuni, ci chiediamo come mai non sia diventata bandiera delle organizzazioni di categoria, dov’è finita Coldiretti, dove sono finiti i megafoni di coloro che si ergono a rappresentanti del mondo agricolo”?