È il momento giusto per lasciare da parte la conflittualità e tornare
a riflettere attentamente e con coscienza sull’Assemblea costituente
del Popolo sardo. Un’idea alta, lo strumento in grado di mettere
insieme le migliori energie della Sardegna con l’obiettivo di
riscrivere la nostra Carta fondamentale, lo Statuto di autonomia, e un
nuovo patto tra la Sardegna e lo Stato. A lanciare l’appello – “i
tempi sono maturi ma un Consiglio regionale conflittuale e lacerato
non può essere la sede giusta per una riflessione pacata” – sono
ancora una volta i Riformatori, per bocca del capogruppo Michele Cossa
dei consiglieri Aldo Salaris, Giovanni Antonio Satta e Alfonso Marras,
e del Coordinatore regionale Pietrino Fois.
Il buon senso, la fede nelle istituzioni e l’esperienza insegnano che
se si vogliono portare a compimento riforme profonde l’unico modo
serio è mettere da parte conflittualità e piccoli interessi elettorali
e comunicativi per concentrarsi su un obiettivo comune: rendere
l’assetto istituzionale della Sardegna funzionale a vincere la sfida
del nuovo regionalismo che si sta affermando nei fatti in Italia
(Riforma delle Autonomie). La costituzione materiale sta infatti
registrando significativi mutamenti. Il principio di coesione
nazionale su cui essa si basava sta progressivamente lasciando il
passo all’egoismo territoriale, che non potrà che tradursi nella
penalizzazione delle aree più deboli del Paese.
Per questo motivo su una riforma dello Statuto che nasca dalla
consapevolezza del momento storico che attraversa il Paese non possono
esserci divisioni tra chi ha davvero a cuore il futuro dei sardi e
della Sardegna. Proprio questo ha spinto il 95% dei sardi a votare SI
nel referendum del 2012.
D’altra parte gran parte della sinistra e dei
suoi esponenti più autorevoli diedero un contributo fondamentale al
Movimento per la Costituente, che negli anni a cavallo del millennio
segnò uno dei momenti più esaltanti e significativi dell’intera storia
dell’Autonomia. Oggi più che mai è necessario trovare una sede e un
terreno comune di confronto tra i sardi: un Consiglio regionale
lacerato e conflittuale non può essere considerato la sede giusta per
perseguire questo risultato.