Ventitrè minuti di durata (dalle 11.22 alle 11.45); 10 cartelle in
Times Roman corpo 16 per 17.683 battute (spazi inclusi); 2.827 parole
utilizzate, 4 delle quali in algherese (Bon treball a tots) e 3 in
sardo (pastores semus tottus); tre citazioni (il premio Nobel, Grazia
Deledda, il vescovo di Alghero, Mauro Maria Morfino, e il più giovane
malato di Sla d’Europa, Paolo Palumbo); 6 le vertenze industriali
ricordate (Porto Canale, Sulcis, Porto Torres, Ottana, Olmedo,
Macchiareddu); 2 le “nazioni senza stato” salutate ufficialmente
(Catalogna e Corsica): sono questi, in sintesi, i principali numeri
del discorso di insediamento del 26° presidente del Consiglio
regionale della Sardegna della XVI^ Legislatura, Michele Pais.
Il
primo algherese della storia dell’Autonomia a salire sullo scranno
più alto dell’Assemblea sarda ed il primo, espressione del partito
della Lega.
Il campanaccio che “si appende al collo degli ovini” al posto della
campanella in argento che serve per richiamare all’ordine i
consiglieri e le consigliere, è invece il simbolo utilizzato dal
presidente Pais per testimoniare l’attenzione e la vicinanza alle
battaglie dei pastori. «La sconfitta dei pastori e la scomparsa dei
piccoli centri – ha affermato il presidente, riferendosi anche al
fenomeno dello spopolamento – significherebbe tranciare i tiranti a
cui è agganciata la nostra identità di sardi».
Il rilancio della Specialità è la priorità indicata nel paragrafo
riguardante le auspicate riforme costituzionali («invito tutte le
forze politiche rappresentate in Consiglio ad una straordinaria
compattezza perché un nuovo Statuto, una nuova legge statutaria e una
nuova legge elettorale, non restino, anche in questa Legislatura, nel
capitolo dei buoni propositi») mentre la “città metropolitana di
Sassari” è il rilancio politico che si evidenzia nella parte
dell’intervento riservato agli Enti Locali («serve un riequilibrio
degli assetti tra il Sud e il Nord dell’Isola e bisogna far cessare la
percezione di una Regione che pensi ad una Sardegna a due velocità e
con diverse opportunità a seconda delle latitudini»).
«Una sanità nuova ed efficace che non penalizzi nessun territorio e
interventi adeguati a far cessare disagi e malcontento sempre
crescenti tra i pazienti e gli operatori», è l’impegno assunto dal
presidente Pais che ha auspicato il varo di provvidenti legislativi
anche per quanto riguarda l’Urbanistica («il giusto equilibrio tra la
tutela dell’ambiente e lo sviluppo urbanistico è l’obiettivo
condiviso, ma tradurlo in un provvedimento coerente, snello,
comprensibile e sburocratizzato è l’impresa che ci attende nella
legislatura che va ad incominciare») e la scuola («serve una grande
legge regionale per fare una grande scuola sarda»).
Tra i ringraziamenti alle forze dell’ordine si evidenzia quello alle
compagnie barracellari («la nostra istituzione pubblica di polizia
locale, urbana e rurale che rappresenta la più antica forza di polizia
d'Europa e che è necessario valorizzare sempre più») e non è mancato
un riferimento al mondo del volontariato («con la consapevolezza di
dover rendere loro il giusto riconoscimento giuridico, professionale
ed economico che oggi non hanno»); ai giovani («farò quanto è nelle
mie possibilità per stare vicino e ascoltare i ragazzi di tutta la
Sardegna») ed alle battaglie delle donne per il riconoscimento della
parità («starò al loro fianco perché non sono una “quota” ma una
risorsa da valorizzare ad ogni costo»).
«Condurrò il mandato tra la gente e meno nel “palazzo” – ha affermato
Michele Pais rivolgendosi ai consiglieri e alle consigliere – meno
forma e più sostanza e offro all’assemblea che mi onoro di
rappresentare: lealtà, onestà, impegno, passione e amore per la
Sardegna».