L’Unità di Progetto per l’eradicazione della Peste suina africana in
Sardegna comunica che durante operazioni di controllo e monitoraggio
nei territori della Baronia, sono stati individuati e abbattuti 205
maiali allo stato brado illegale, mai sottoposti a controlli sanitari
e non registrati all’anagrafe animale.
In agro di Irgoli, nelle località “Pauledda”, “Sos Fonnesos” e “Don
Zizzu”, sono stati depopolati 179 capi, mentre a Loculi, in località
“Neulota”, sono stati abbattuti 7 suini. Gli animali erano di
proprietà ignota.
Multato allevatore abusivo.
Nel territorio di Orosei, in località “Su
Trechesi”, sono stati invece abbattuti 19 capi, non confinati e non
registrati, individuati all’interno di una tenuta privata.
All’allevatore dei suini è stata comminata, così come previsto dalla
normativa nazionale, una multa da 10mila euro. Sono al vaglio delle
autorità ulteriori azioni penali anche per le pessime condizioni di
detenzione, e quindi per i maltrattamenti e le mutilazioni su orecchie
e muso, a cui erano sottoposti gli animali.
Le operazioni di oggi sono la prima azione in larga scala che
coinvolge la Baronia da quando, lo scorso dicembre 2017, è iniziata
l’ultima fase di depopolamenti ancora in corso. Da allora sono stati
abbattuti 2115 suini irregolari su tutto il territorio della Sardegna
e in particolare: Nuorese, Ogliastra, Baronia.
L’intervento è stato coordinato dall’UdP in costante collaborazione
con la Prefettura e la Questura di Nuoro. Alle attività hanno
partecipato gli uomini del Corpo forestale e di Vigilanza ambientale,
i veterinari dell’ATS e dell’Istituto zooprofilattico sperimentale, il
personale dell’Agenzia Forestas e le forze di polizia nazionale.
. Intanto, questa mattina al Centro civico comunale di Santa Giusta,
si è tenuto il convegno dal titolo “Suinicoltura 2.0. Innovazione
nella tradizione. L’alba di un nuovo sviluppo”. Ai lavori, organizzati
da Coldiretti, hanno partecipato l’assessore della Sanità, Luigi Arru,
il responsabile dell’Unità di Progetto, Alessandro De Martini, il
consulente dell’UdP e docente all’Università di Madrid, José Manuel
Sánchez-Vizcaíno, il direttore generale dell’Agricoltura della Regione
spagnola dell’Estremadura, Antonio Cabezas Carcia, l’allevatore
iberico, Ildelfonso Gomez Gomez, e poi allevatori sardi e
rappresentanti nazionali del comparto, studiosi dell’Università di
Sassari e i vertici locali e regionali dell’associazione agricola.
Dopo i saluti del sindaco, Antonello Figus, si è fatto il punto sulle
azioni messe in campo dalla Giunta Pigliaru nell’eradicazione della
PSA in Sardegna dal 2015 a oggi e sulle conseguenze positive generate
in tutta la Spagna, in termini di sviluppo ed esportazione, dopo la
sconfitta del virus.
Arru. L’assessore Luigi Arru, dopo aver ringraziato gli ospiti iberici
e i presenti, ha ricordato che l’eradicazione della PSA è obiettivo
forte e condiviso dal presidente Francesco Pigliaru e da tutta la
Giunta. Arru ha quindi fatto un passo indietro all’inizio del mandato
nel 2014 quando la Sardegna rischiava il commissariamento da parte del
ministero della Salute, proprio sul versante della gestione della
Peste suina africana dove la Regione era considerata ormai poco
affidabile. Oggi l’opinione è stata completamente ribaltata. “Abbiamo
affrontato - ha dichiarato l’assessore - con grande determinazione la
lotta alla PSA in Sardegna inserendo, sin dall’inizio, il problema
nell’agenda di questa legislatura e costituendo l’Unità di Progetto
per dare corso a un’azione coordinata e tempestiva.
Tutto questo nella
consapevolezza che sconfiggere la malattia vuol dire aprire orizzonti
di ulteriore sviluppo e di crescita economica alle nostre aziende.
Voglio ribadire – ha aggiunto Arru – che siamo davanti a una patologia
infettiva estremamente contagiosa e che non possiamo fare ricorso a
vaccinazioni o terapie. La strategia messa in campo rappresenta
l’unico sistema possibile per bloccare la diffusione del virus. Non
abbiamo dichiarato guerra agli allevatori, anzi al contrario,
l’obiettivo è quello di mettere in sicurezza, sul piano sanitario, gli
allevamenti e valorizzare in pieno gli ottimi prodotti di chi lavora
seriamente, nel rispetto delle norme. E proprio questo obiettivo,
fissato all’inizio della nostra esperienza di governo, ora è molto più
vicino”.
De Martini. “Sono stati tre anni difficili dove abbiamo dovuto portare
avanti una battaglia culturale e di legalità – ha osservato De Martini
–.
Ci siamo confrontati con tutti i portatori di interesse dagli
allevatori legali agli amministratori locali, passando per le
associazioni di categoria e per chi purtroppo non aveva colto le
numerose opportunità perse a causa del persistere della malattia dei
suini e continuava a operare nell’ombra. Abbiamo quindi collaborato
con i cacciatori per monitorare il virus nei cinghiali e oggi possiamo
dire di aver raggiunto un buon risultato che ci fa ben sperare: una
riduzione dei focolai nei suini domestici del 90% e nel selvatico del
64%. Anche sul versante dell’opinione pubblica – ha concluso il
responsabile dell’UdP – siamo riusciti ad avere il sostegno della
stragrande maggioranza dei cittadini che hanno compreso come dietro
l’angolo dell’eradicazione della PSA ci attende un nuovo sviluppo
economico con enormi potenzialità di crescita in termini di ricchezza
e di occupazione”.