E’ stato presentato questa mattina a Roma nella sede della Fondazione
CON IL SUD e alla presenza del Ministro delle politiche agricole
alimentari e forestali Maurizio Martina il nuovo bando sperimentale
“Terre Colte”, promosso dalla Fondazione CON IL SUD in collaborazione
con Enel Cuore Onlus.
L’obiettivo dell’iniziativa è valorizzare i terreni agricoli incolti,
abbandonati o non adeguatamente utilizzati in Basilicata, Calabria,
Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia, rivitalizzando la tradizione
legata all’agricoltura e all’allevamento in queste regioni, anche
attraverso l’inclusione sociale e lavorativa di persone in condizione
di disagio, offrendo nuove opportunità per i giovani e favorendo
l’introduzione di innovazioni tecnologiche e colturali.
A disposizione 3 milioni di euro, di cui 2 milioni messi a
disposizione della Fondazione CON IL SUD e 1 milione da Enel Cuore. Le
proposte potranno essere presentate esclusivamente online tramite il
sito della Fondazione entro il 23 febbraio 2018 da organizzazioni del
Terzo settore, in partnership con altre realtà non profit, ma anche
con istituzioni, università, enti di ricerca e imprese profit.
“Questa iniziativa – ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina - apre
nuove possibilità allo sviluppo di un modello agricolo innovativo e
inclusivo nelle aree del Mezzogiorno. In questi territori
l’agricoltura si sta dimostrando un pilastro cruciale non solo dal
punto di vista economico, ma sotto il profilo occupazionale, sociale
ed ambientale. Nell’ultimo anno i giovani impegnati in agricoltura nel
Sud sono cresciuti del 13%, un dato molto importante, perché ci parla
di futuro. Credo poi vada sottolineato il coinvolgimento del terzo
settore in questo bando, perché le esperienze di agricoltura sociale
che abbiamo tutelato con una legge ad hoc rappresentano una nuova
forma di welfare che va valorizzata e sostenuta. Noi ci siamo”.
“Siamo convinti che il tema sia strategico per il futuro del
Mezzogiorno – ha dichiarato Carlo Borgomeo, presidente della
Fondazione CON IL SUD – perché riguarda la proposta di un modello di
sviluppo realmente sostenibile per il nostro Sud. ‘Terre Colte’
significa anche questo: avere l’intelligenza di saper coniugare i
cambiamenti di un mercato attento alle tradizioni del territorio con
quelli di un nuovo ‘paradigma’ dello sviluppo, che vede al centro la
comunità e la coesione sociale, i giovani e la conoscenza”.
“Il bando Terre Colte guarda alle grandi possibilità offerte dal
Mezzogiorno - afferma Patrizia Grieco, Presidente di Enel Cuore - a
partire dalle tradizioni e dal territorio, attraverso il
coinvolgimento diretto delle comunità locali, delle associazioni e dei
giovani. La partecipazione di tutti gli attori coinvolti è
indispensabile per favorire l'affermazione di nuovi modelli di
sviluppo, più inclusivi e sostenibili. In questa ottica, il bando
rappresenta un’importante opportunità per supportare il rinnovamento
del mondo agricolo, nonchè per aiutare i giovani a costruire il loro
futuro nella propria terra”.
L’iniziativa prevede la concessione, da parte dei proprietari, di uno
o più terreni a uno o più soggetti del partenariato che propone il
progetto, per una durata minima di 10 anni di cui i primi 5 a titolo
gratuito o simbolicamente oneroso. Le partnership di progetto dovranno
essere composte da almeno tre soggetti, di cui almeno due di Terzo
settore. Potranno inoltre essere coinvolti il mondo economico, delle
istituzioni, dell’università, della ricerca.
Le proposte potranno prevedere, oltre alle attività di coltivazione e
di allevamento, iniziative di tipo artigianale, commerciale, sociale,
turistico-ricettivo, etc., purché strettamente connesse e accessorie a
quelle di carattere agricolo. Il contributo per singola proposta è di
massimo 500.000 euro.
Scenario
L’agricoltura ha rappresentato per lungo tempo la principale fonte di
reddito degli italiani. Al censimento del 1901 il 64,7% dei lavoratori
era impegnato in agricoltura, con una eguale distribuzione tra Nord
(64,9%) e Sud (64,3%). Nel tempo però le strade delle due parti del
Paese si sono divise: al censimento del 1961 la quota di popolazione
lavorativa complessivamente impegnata nel settore primario era pari al
30% ma, mentre al Nord era del 23,8%, al Sud si attestava al 43,1%.
Ancora nel 2001, mentre al Nord i lavoratori impegnati in agricoltura
rappresentavano il 3,9% del totale, al Sud questa componente era
proporzionalmente più che doppia (9,2%). L’agricoltura ha, dunque,
segnato profondamente la storia del Mezzogiorno.
Nonostante le tante problematiche, di natura climatica e globale
oppure legate ai locali processi di cementificazione scriteriata,
alcune componenti dell’agricoltura meridionale hanno saputo
rilanciarsi, grazie ad un attento lavoro di qualità sui prodotti, alla
capacità di connettersi con i mercati nazionali ed esteri e allo
sviluppo di nuovi modelli, con particolare riferimento alle esperienze
di agricoltura sociale. La terra e il lavoro agricolo, e insieme con
essi l’ambiente e il paesaggio che da questi si originano, sono dunque
una grande opportunità soprattutto per i giovani, non solo per
garantire reddito e occupazione, ma anche per favorire il
consolidamento di percorsi di coesione sociale che hanno
caratterizzato per secoli la vita umana nel Mezzogiorno.
D’altro canto, in questa fase si registra una crescita del settore
agricolo e un forte interesse delle nuove generazioni. Una recente
indagine della Coldiretti ha dimostrato che l’Italia, con i suoi 50
mila agricoltori under35, è leader in Europa nel numero di giovani in
agricoltura. Ma per le nuove leve, nel 50% dei casi, l’accesso alla
terra resta il principale ostacolo.