È scomparso sabato 4 giugno, all’età di 87 anni, l’illustre concittadino Nicola Tanda. Fortemente legato alla sua terra d’origine, Sorso e la Romangia, il prof. Nicola Tanda rappresenta un esempio di cultura, forza e impegno.
Laureatosi in Lettere a Roma, con i maestri Nicolino Sapegno e Giuseppe Ungaretti, insegna Letteratura italiana e Filologia sarda presso la Facoltà di Magistero, poi Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Sassari.
Uomo del fare e del promuovere, presiede importanti Premi letterari, tra i quali il “Premio Romangia” e il “Premio Ozieri”, con l’intento di favorire la progressiva codificazione e circolazione letteraria plurilingue e lavora in maniera certosina al suo progetto di sistemazione organica del materiale inedito sulla lingua sarda e sulla tradizione orale sarda.
È stato un punto di riferimento e un maestro per tante generazioni di poeti e scrittori sardi. Tra le sue opere: “Dal mito dell'isola all'isola del mito. Deledda e dintorni”, Roma, Bulzoni, 1992; “Un'odissea de rimas nobas: Verso la letteratura degli italiani”, Cagliari, Cuec 2003.
Il Prof. Tanda ha partecipato alla vita ammnistrativa e culturale di Sorso, dando il suo puntuale e stimolante contributo ed intervenendo con solerzia, offrendo spunti di riflessione: si ricordano, a tal proposito, il suo intervento in Consiglio Comunale, in occasione della commemorazione del 150° Anniversario dell’Italia; la sua analisi durante le Giornate di studio “Villaggi postmedievali della Sardegna, Abbandoni, nuove fondazioni, ripopolamenti”.
La stima e il ricordo, nelle parole del Sindaco Giuseppe Morghen e dell’Assessore alla Cultura Angelo Spanu:
«Sorso perde uno dei suoi figli più illustri. In ogni suo intervento, in ogni sua parola era chiaramente riconoscibile il legame fortissimo con la sua amata Sorso, nella quale non perdeva occasione per tornare.
Negli incontri con il Sindaco e la giunta sottolineava sempre l'importanza storica e culturale di Sorso, che riteneva centro propulsore della romanizzazione della Sardegna. Nella nostra lingua, nel nostro modo di vivere e di essere, riconosceva l'eredità di due millenni di storia e la raccontava con rigore scientifico ma riuscendo a interessare chiunque avesse la fortuna di ascoltarlo. La morte del Prof. Nicola Tanda è una grandissima perdita per la nostra città e per tutta la cultura sarda.»