In acqua Matariki: ultimo gioiello del cantiere nautico di Olbia

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  I maori chiamavo "Matariki" (Occhi di Dio) la costellazione delle Pleiadi. Dal cielo, dunque, deve essere arrivata l'ispirazione per il nome che i costruttori del cantiere di Olbia, Maori Yacht, hanno dato alla nuova stella dei mari che ieri ha dolcemente baciato l'acqua nel varo ufficiale di Cala Saccaia.

  La barca, evoluzione della gemella Black Mail, battezzata lo scorso anno, è uno splendido 24 metri x 7, blu come il cielo che si riflette sul mare, il cui valore di aggira intorno ai 4 milioni di euro. Marco Campi, architetto olbiese tra i progettisti degli interni dell'imbarcazione sviluppata da Nauta Yachts Design, elenca i numeri del Matariki: lunga 24 metri, larga 7 metri, 1800 cavalli a motore, 43 nodi di velocità, un anno intero per la costruzione avvenuta con la tecnica ad "infusione" nella sede olbiesi di Cala Saccaia.

  Dovrebbe essere costata circa 4 milioni di euro (questo il valore dell'imbarcazione) ad un ricco proprietario il cui nome è stato volutamente tenuto segreto dai responsabili del cantiere. Il varo del Matariki (in lingua maori, Occhi di Dio), è avvenuto ieri a Cala Saccaia. Per festeggiare l'evento, una parte degli operai (il cantiere da lavoro a 60 persone), tecnici e responsabili, hanno indossato una curiosa maglietta nera con un eloquente dito medio alzato. Un po' come dire: "siamo qui, (alla faccia di qualcuno) malgrado tutto e tutti".

  Ma nessuno, men che meno Oberdan Chimenti, ha voluto ripercorrere altre vicende che hanno accompagnato la storia di un'altra barca del cantiere Maori Yacht. "Siamo qui per brindare al Matariki - si è limitato a dire l'imprenditore nautico livornese - per noi oggi è un grande giorno e pensiamo solo a festeggiare. La maglietta? Un messaggio indirizzato esclusivamente a coloro che vorranno recepirlo".

                                                      di Mauro Orrù