Ecommerce, in Sardegna più che triplicate le imprese online. Confartigianato: «Modo intelligente di vendere e promuovere il valore artigiano»

Meloni

 In Sardegna l’e-commerce non è più un affare per pochi pionieri. In dieci anni le imprese che vendono esclusivamente online sono passate da 221 a 704: una crescita del 218,6%, pari a +483 attività. L’isola si colloca così all’ottavo posto nazionale, in una classifica guidata dalla Campania (+393,5%) e dalla Calabria (+292,2%).

A certificarlo è l’analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna, che ha incrociato i dati UnionCamere-Infocamere tra il 2014 e il 2024. La rivoluzione digitale non ha risparmiato neppure l’artigianato.

«I dati confermano le potenzialità dell’e-commerce per la crescita delle imprese sarde – spiega Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Sardegna – questo è un modo intelligente di vendere i prodotti e promuovere il valore artigiano dei territori. È un metodo parallelo al commercio tradizionale che consente di abbattere le distanze e raggiungere mercati lontani».

La mappa per province racconta l’avanzata del digitale: Nuoro guida con un +323,5% (72 attività), seguita da Sassari-Olbia (+285,4% con 185 imprese), Oristano (+200% con 51 attività) e Cagliari (+184,4% con 396 imprese).

Gli artigiani, racconta Meloni, si sono messi in gioco: «Parliamo di manufatti tipici e tradizionali venduti sulle piattaforme internazionali, di prodotti agroalimentari che raggiungono tavole in ogni parte del mondo, ma anche di servizi digitali che imprese sarde offrono a migliaia di clienti».

C’è però un tallone d’Achille: la scarsa digitalizzazione del tessuto produttivo. Più di due terzi delle aziende dell’isola hanno un livello informatico insufficiente, il 28% si trova in una fase intermedia e solo l’8% ha completato un vero processo di trasformazione 4.0.

Per Meloni la sfida è chiara: «La rivoluzione digitale interessa tutte le imprese, nessuna esclusa. Abbiamo l’opportunità di coniugare tecnologia e tradizione, creatività e gusto. È questo mix che rende unico il modello italiano di impresa 4.0. Ma la trasformazione va gestita, soprattutto nel passaggio generazionale. Rimandare può significare restare fuori dalle opportunità di crescita».

E conclude con un avvertimento che sa di manifesto: «L’innovazione danneggia chi non la fa. Ma va realizzata con l’anima, la passione e la creatività dell’uomo. Non c’è algoritmo che possa copiare il sapere artigiano o sostituire le cose belle e ben fatte delle nostre imprese».

In Sardegna la sfida è appena iniziata. E questa volta si gioca non in bottega, ma online.