Sardegna sud-occidentale, la protesta dei pescatori: "Indennizzi in ritardo, pronti alla mobilitazione"

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 La pazienza è agli sgoccioli. I pescatori del Golfo di Palmas tornano a denunciare ritardi cronici e indennizzi ormai superati dal tempo. A sollevare nuovamente il caso è la Flai Cgil della Sardegna Sud Occidentale che, insieme alla categoria regionale, chiede alla Regione Sardegna la convocazione urgente del Tavolo tecnico per discutere la questione degli indennizzi legati alle esercitazioni militari che da anni limitano l’attività della marineria locale.

«Gli indennizzi per i pescatori arrivano sempre in ritardo e, oltre a questo, è necessario ridefinirli visto che sono stati fissati in un protocollo tra ministero della Difesa e Regione oltre 25 anni fa» affermano i segretari Giuseppe Pitzalis e Valentina Marci.

Da tempo il settore attende risposte concrete, ma il confronto istituzionale — previsto e autorizzato con la firma del ministero della Difesa — resta ancora fermo. «Abbiamo inoltrato alla presidenza della Regione più richieste affinché convochi il Tavolo tecnico che è stato istituito e autorizzato a operare con la firma del ministero della Difesa — denunciano Pitzalis e Marci — questo ritardo non è più tollerabile e siamo pronti a mettere in campo tutte le iniziative di protesta utili a tutelare gli interessi di un settore fondamentale per l'economia del territorio e per tutta l'Isola».

A pesare non sono soltanto le limitazioni legate alle esercitazioni militari. Negli ultimi anni le marinerie sarde hanno dovuto fare i conti anche con le progressive restrizioni introdotte dalla politica europea sulla pesca: «Gli spazi per la pesca sono stati già notevolmente ridotti negli ultimi anni a causa di scelte di politica europea a sostegno e salvaguardia della risorsa ittica: riduzione delle giornate di pesca, chiusura di aree marine per la conservazione e il ripopolamento, restrizioni all'attività di pesca, modifiche degli attrezzi e altre norme. Purtroppo queste scelte hanno minato la produttività del settore causando l'abbandono dell'attività di pesca, con inevitabili ripercussioni occupazionali e sociali».

Ma ora a rendere la situazione «insostenibile» sono soprattutto i ritardi nei pagamenti. Nonostante le richieste vengano presentate nei primi mesi dell’anno, i ristori vengono liquidati spesso solo a fine anno, costringendo molte famiglie a mesi di incertezza economica. «Questo comporta enormi disagi — aggiungono i due segretari — in queste aree dove la pesca rappresenta per tanti l'unica fonte di reddito».

Il sindacato avverte: senza un rapido intervento, la mobilitazione non sarà più soltanto un’ipotesi.